Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
un'icona di stile universalmente riconosciuta(discussa più tardi per un matrimonio contrattuale con un noto armatore greco), trasformata in una donna impegnata a riscattare la figura del marito, dileggiato, discusso, rumoreggiato, già a pochi giorni dall'assassinio. il film di larrain inizia con un incontro della donna con il giornalista che dovrà scrivere l'articolo, in cui pone precisi accordi, poi non rispettati(del resto un giornalista è un giornalista e deve fare il suo lavoro) contrappuntata dalla magnifica e "stonata" musica di mica levi. il bellissimo pablo larrain(mi si perdoni questa leggerezza, ma dopo EL CLUB sta diventando uno dei miei registi preferiti e uomo di sublime beltade.... )si butta a capofitto nella storia americana passando per così dire per una figura non di certo principale, ma che deve esprimere il suo punto di vista a riguardo. desiderando avere come interprete principale, un'altra icona minuta ma eccelsa, larrain dispiega le sue prolungate(ma non prolisse) doti di narratore per esporre un importante momento della storia d'america, attraverso lo sguardo di una donna che perde il marito in circostanze tragiche, oscure e indagate ad oggi per più di 50 anni. donna di buona famiglia, colta e ovviamente molto elegante, accetta il ruolo di first lady ad occhi chiusi(chiudendo più di due occhi sulla vita iper sessuata del marito) immergendosi nella missione apparentemente minore di grazioso fantoccio abbigliato alla mode a fianco di suo marito il presidente. grazie a larrain che le sta addosso, quasi urtandola a volte con la telecamera(e ad aronofsky, uno dei produttori del film, che l'ha diretta nell'altro film della sua vita BLACK SWAN), PORTMAN fa vivere una donna decisa a rendere il degno omaggio al marito-presidente morto assassinato, prima di essere cacciata dalla casa bianca, ed essere accantonata come vedova dell'ex presidente, che ovviamente non verrà dimenticato come come james garfield e william mckinley, bensì ricordati come abraham lincoln. la passione della donna che corre per un cimitero reso un pantano dalla pioggia fino a trovare il posto migliore, le domande poste al sacerdote nella loro passeggiata illuminata dalla splendida fotografia di stephane fontaine, per giungere alla risposta che le cose succedono e basta. un film pressante e urgente, con una produzione attenta e tecnici ottimi come appunto la limpida fotografia di fontaine o la aderente musica di mica levi, indispensabili co-protagonisti al fianco di attori che recitano tra il catatonico e una trattenuta ma isterica angoscia, facendo provare lo spaesamento di un accadimento così incisivo e destabilizzante. non ho anora visto LA LA LAND, ma sono quasi sicuro che la portman si meritasse la statuina.
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