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Jackie

Regia di Pablo Larrain vedi scheda film

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La recensione su Jackie

di alan smithee
5 stelle

Biopic formalmente impeccabile in cui Larrain è costretto inesorabilmente (ed opportunamente) a mettere da parte la parte migliore di se stesso. Sperando di ritrovare presto un autore tanto amato, lontano da lavori commissionati come questo, e da stereotipi qui abbondanti e a lui distanti come galassie.

VENEZIA 73 - CONCORSO 

La first lady più sofferta ed amata, quella impregnata del sangue di un marito e presidente vittima sacrificale ed eroe destinato a passare alla storia più per la sua drammatica sorte che per il suo operato durante la carica presidenziale. 

Larrain segue con diligenza una first lady impegnata a concedersi alla stampa ad una settimana dai fatti sanguinosi di Dallas.

Ne emerge un carattere forte e determinato nel corpo grazioso e minuto molto opportunamente reso da una Natalie Portman in grado di prenotarsi almeno una nomination ai prossimi Oscar.

Dall'intervista si passa agevolmente ai momenti drammatici e concitati dell'attentato, all'impegno istituzionale di affrontare la gestione "postmortem" (termine opportuno e assai noto per il regista).

Ne scaturisce il ritratto, probabilmente veritiero i comunque plausibile, si una donna dall'aspetto delicato ed apparentemente fragile, ma su fatto determinata e consapevole si dover lasciare anzitempo un ruolo ed una posizione al vertice di ogni altra chances.

Fa sorridere, conoscendo il prosieguo della sua storia piena di vicissitudini e di incontri importanti, vedere una Jackie preoccupata del proprio futuro economico, sapendo in quali braccia, economicamente ancora più potenti, sarebbe finita solo poco dopo.

Delicatezza e determinazione, come emerge dalla risolutezza nel voler continuare ad indossare il famoso tailleur rosa sporco di sangue e brandelli presidenziali oltre ogni tempo limite, gazzella dalla determinazione felina a rendersi protagonista di un martirio che le costò comprensibile dolore, ma anche notorietà eterna e definitiva.

Larrain dirige al meglio, ma è  costretto a lasciar fuori ogni suo tratto geniale e a prodigiosi nel suo film più  formale ed incolore, per nulla distintivo di uno stile ed un carattere unici che al contrario traspariva in ogni altra opera, pure a tratti nel serial televisivo d'azione Profugos, prodotto per la HBO.

Nel cast composito ed importante, Natalie Portman si prenota almeno la nomination all'Oscar e risulta aderente al personaggio per fisicità e portamento. In un ruolo di contorno una quasi irriconoscibile Greta Gerwig, la tata presidenziale, pare la Monnypenny originale di James Bibd Sean Connery.

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