Regia di Tim Sutton vedi scheda film
Passi tutto. Compreso il tempo che non basta mai, specie quello di guardare. Però questa classificazione nel genere “horror” cui si conformano (ubi imdb...) gli amici responsabili di FilmTv è inaccettabile, fastidiosa, fuorviante, e per alcuni (tipo io) anche umiliante.
Come è inaccettabile il coro di sbadigli degli intelligentoni che non sanno stare seduti (eppure è la prima e più importante cosa da imparare quando ci si appassiona al cinema), e che a Tim Sutton avrebbero voluto chiedere qualcosa di diverso da quello che Sutton (che era in piedi, e faceva) proponeva loro liberamente. Certo, gli scrivi “horror”... e loro si chiedono dove sia il sangue del mostro.... (database... pèntiti!). Capisco, senza condividere.
Dark Night è un film sotto anestesia, non vuole arrivare da nessuna parte perché è già arrivato da subito dove voleva arrivare. Non gliene frega niente di sentire gli spari, perché gli spari sono lì, silenziati dalla morfina del conformarsi al male, inquadrati a casa della nonna scema, nei selfie esasperati del miglior culofitness, nei pitbull che pascolano nelle praterie di cemento, nelle maschere allo specchio, buffe e terribili, alle quali Sutton si sarebbe dedicato pochi anni dopo con la stessa, soporifera intelligenza pochi anni dopo nel magnifico “Funny Face”.
Il dolore, se è un’opinione, meglio che ci divida. Stiano pure a dormire quelli che scrivono “genere: horror”. Ma se il dolore dovesse mai essere universale, tutti in piedi! (Sveglia!) a soffrire le pene profonde che un film profondo come questo suscita.
PS.= fosse stato Van Sant e il suo Paranoid Park, al quale Sutton chiaramente vuole rifarsi, lo chiamereste ancora Horror?
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