Maria Pagano, moglie di un disoccupato, mette al mondo Vittoria e Massimo, per poi morire quando sembra iniziare per Napoli e, di conseguenza, anche per la famiglia della donna, un periodo di prosperità. Più tardi, Vittoria, dopo molte vicissitudini, deve provvedere al padre e al fratello che è diventato un fervente comunista, convinto che il partito possa risolvergli i suoi annosi problemi.
Note
Pluripremiato in vari festival, il film è forse più ricco di ambizioni che di autentica validità, piuttosto schematico nella presentazione del quadro sociale e politico in cui agiscono i personaggi. Molto interessante, però, lo stile narrativo dell'autore.
Un film che non riesce nè a restituire la poliedricità napoletana nè tanto meno a lasciarsi alle spalle i tanti luoghi comuni che vengono anzi più volte accentuati con una spesso fastidiosa insistenza
Poco più che trentenne, ma già attivo da una decade (soprattutto con cortometraggi), Schroeter gira Nel regno di Napoli con la ferma intenzione di fare un film alla Wertmuller: e ci riesce perfettamente. Il nucleo della pellicola, scritta dal regista in collaborazione con Gerardo D'Andrea (anche aiuto regista) e Wolf Wondratschek, sta tutto in un affresco sociopolitico che attraversa… leggi tutto
Uno spaccato, fedele nei dati storici e nelle connotazioni regionali, della società napoletana, rimasta ancorata a quegli apparati locali originariamente costituiti dal popolo per tamponare l'influenza del maltollerato regime borbonico. Queste microstrutture si sostituiscono alle istituzioni, in famiglia, in politica e nel mondo del lavoro, creando aree di potere personificato che, in quanto… leggi tutto
Il film è molto caotico e alla fine non tutto è chiaro allo spettatore. Inoltre la lunghezza e la lentezza del film non sono d'aiuto. Le immagini di Napoli sono suggestive e la rendono affascinante (come di fatto è), ma un film non è un cartolina. Voto: 5. leggi tutto
Decisamente esile questo film di Werner Schroeter del '78 che racconta di una Napoli popolare attraverso gli anni, seguendo le vicende di una famiglia attraversata da gioie e dolori nel periodo che va dalla liberazione del '43 fino agli anni '70. Se da un lato il distacco mostrato nel descrivere anche le vicende più crude sembra tutto sommato una scelta interessante che rende più…
Poco più che trentenne, ma già attivo da una decade (soprattutto con cortometraggi), Schroeter gira Nel regno di Napoli con la ferma intenzione di fare un film alla Wertmuller: e ci riesce perfettamente. Il nucleo della pellicola, scritta dal regista in collaborazione con Gerardo D'Andrea (anche aiuto regista) e Wolf Wondratschek, sta tutto in un affresco sociopolitico che attraversa…
Scrive Christian Norberg-Schulz (Genius Loci, Electa, Milano 1979): “L’uomo abita quando ha la capacità di concretizzare il mondo.” ”L’architettura appartiene…
Un visionario della rivoluzione
È morto a 65 anni Werner Schroeter, uno dei protagonisti del Nuovo cinema tedesco degli anni '70. Artista di confine, anche regista d'opera, mescola nelle sue immagini…
Vicende di un gruppo di personaggi a Napoli dall’ultimo anno di guerra agli anni ’70, fra timide speranze e puntuali delusioni. In particolare vengono seguite le vite parallele di un fratello e una sorella (il titolo originale significa appunto “Fratelli napoletani”): l’uno sembra condannato a un’esistenza squallida nonostante i suoi sforzi per cambiare,…
Il film è molto caotico e alla fine non tutto è chiaro allo spettatore. Inoltre la lunghezza e la lentezza del film non sono d'aiuto. Le immagini di Napoli sono suggestive e la rendono affascinante (come di fatto è), ma un film non è un cartolina. Voto: 5.
La didascalia fa parte del concetto stesso del film, l'ideologia è evidente, ma diciamo pure che i vari pezzi sceneggiati, non sono male,anche il racconto, volutamente didascalico, li affastella in maniera pedante. Gli attori e la recitazione è ben distruibuita e questa volontà di rendere artificioso il film risulta solo un limite presuntuoso, che fa perdere peso alla operzione
Dedico con molto piacere questa play ad una persona che ho conosciuto alcuni anni fa in un villaggio vacanze in Calabria.Parlo del professor ROBERTO VECCHIONI in arte cantautore,
uno dei piu' intelligenti del…
Uno spaccato, fedele nei dati storici e nelle connotazioni regionali, della società napoletana, rimasta ancorata a quegli apparati locali originariamente costituiti dal popolo per tamponare l'influenza del maltollerato regime borbonico. Queste microstrutture si sostituiscono alle istituzioni, in famiglia, in politica e nel mondo del lavoro, creando aree di potere personificato che, in quanto…
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Commenti (3) vedi tutti
Un film che non riesce nè a restituire la poliedricità napoletana nè tanto meno a lasciarsi alle spalle i tanti luoghi comuni che vengono anzi più volte accentuati con una spesso fastidiosa insistenza
leggi la recensione completa di galavernaPensavo mooolto peggio invece regge ancora bene.voto.6.
commento di chribio1sceneggiata in stile teutonico
commento di eucas70