Regia di Michael Cimino vedi scheda film
TFF 34 - FESTA MOBILE
A Clairton, in Pennsylvania, cinque colleghi e amici, Michael (Robert De Niro), Nick (Christopher Walken), Steven (John Savage), Stanley (John Cazale) e Axel (Chuck Aspegren) stanno uscendo dal turno di lavoro in un'acciaieria e si rifugiano in un locale per divertirsi giocando a biliardo: di lì a poco Steven si sposerà con Angela (Rutanya Alda) e poi partirà per il Vietnam, con Michael e Nick, che chiede a Linda (Meryl Streep) di sposarlo durante la festa di matrimonio dell'amico. La mattina seguente il gruppetto, ad eccezione del neosposo Steven, parte per una battuta di caccia al cervo, al termine della quale, con uno stacco brusco e netto, l'azione si sposta nell'inferno del Sud-est asiatico, parentesi che segnerà, per ognuno in modo diverso, la propria vita, che non sarà mai più la stessa.
'Il cacciatore', secondo film di Michael Cimino (dopo il brillante esordio di 'Una calibro 20 per lo specialista'), è un vigoroso, appassionante e toccante ritratto della 'meglio gioventù' americana che, una volta catapultata in un incubo ad occhi aperti, perde irrimediabilmente la sua innocenza e gli ideali di cui si era armata prima della partenza: qualcuno ci rimetterà la vita, altri il lume della ragione e chi ha avuto la fortuna di tornare rimarrà talmente traumatizzato da avvertire un incredibile disagio per le conseguenze sia fisiche e forse ancor più psicologiche patite, faticando a reinserirsi nella società civile, che non comprende fino in fondo cosa gli è successo.
Il film è nettamente diviso in tre parti: la prima - dai toni solenni ed elegiaci - mostra gli aspetti più positivi della vicenda, vale a dire il cameratismo che sfocia in una solida amicizia tra colleghi di lavoro, l'amore, il matrimonio ed il tempo libero passato in compagnia in una battuta di caccia, narrata con stile magniloquente dal regista, che usa una tecnica fatta di ampi ed ariosi movimenti della mdp ed imponenti scene di massa ed un ritmo compassato; la seconda - dove il ritmo dell'azione cresce - racconta in modo crudo, aspro ed (iper)realistico la guerra, che fa uscire, da un lato, gli istinti più crudeli e belluini degli esseri umani e dall'altro instilla nei medesimi l'istinto di sopravvivenza e la lucida follia, elementi entrambi necessari per tentare di risolvere situazioni estreme e disperate, rappresentate dalla paranoica, discussa e per molti al limite dell'insostenibile sequenza della roulette russa, dove la tensione raggiunge livelli limite; la terza, intimistica e malinconica, mostra le conseguenze di ciò che è accaduto nella guerra nel lontano paese asiatico sui personaggi che l'hanno combattuta e su quelli che intorno a loro ruotano, per giungere ad un finale che ben rappresenta sia la tragedia sia il tributo in giovani vite che il paese ha dovuto pagare.
Tra le sequenze che rimangono certamente nella memoria, oltre a quella - citata prima - della roulette russa, che ha suscitato anche feroci polemiche sul ritratto (dis)umano dei Vietcong, c'è la prima battuta di caccia che si chiude con il cervo abbattuto e, con un'ardita ellissi, con un salto nello spazio e nel tempo, passando direttamente dalle montagne della Pennsylvania alla giungla vietnamita, la seconda caccia al cervo, che termina invece con il 'faccia a faccia' tra un Michael ormai cambiato, che significativamente, di fronte all'animale spara per aria ed infine la toccante, scena finale, con gli amici riuniti attorno al tavolo per commemorare l'amico scomparso che, per incoraggiarsi l'un l'altro, intonano e cantano 'God Bless America'.
Eccezionale il cast, che Cimino porta nel complesso a livelli di eccellenza, e splendido il leit motiv musicale, con le dolenti note della Cavatina di Stanley Myers.
Voto: 10 (v.o.s. restaurata ed integrale).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta