Regia di Michael Cimino vedi scheda film
Credo non resti molto da dire al riguardo, essendo già stati spesi un numero esorbitante di fiumi di parole, nel corso di questi ultimi trent'anni che ci separano dalla sua uscita. Mi sento dunque legittimato a limitare il mio intervento a qualche spunto soltanto.
Mi trovo in sostanza d'accordo con le critiche positive (per non dire entusiaste), nei confronti di un lavoro senza dubbio magistrale in cabina di regia, con una precisione certosina, che si avvantaggia pure dell'onesto contributo di una solida sceneggiatura e, come dimenticarlo, del prezioso valore aggiunto determinato da un cast che definire stellare è forse e addirittura uno sminuirlo.
Approvati i tre "atti". Del primo alcuni lamentano l'eccessiva lunghezza, ma io al contrario non ne ho percepito il peso, trovandomi anzi pienamente coinvolto. Mi è parso utile nel delineare il profilo dei personaggi e rende ancor più travolgente la percezione del contrasto con il mutamento seguente. Il secondo capitolo, sebbene sia il più breve, costituisce il fulcro nella rappresentazione dell'atrocità umana nel concepimento della guerra (e non solo). Il terzo e ultimo è in assoluto il più struggente e meglio riuscito, a mio avviso, perché tremendamente vero(simile).
Sorvolerei infine sugli attori, essendo sufficiente sapere che l'opera può vantare celebrità (quali sono lo straordinario Robert De Niro, il sempre valente Christopher Walken e l'incantevole Meryl Streep) al loro top, per menzionare invece la presenza di un'importante colonna sonora a impreziosire il film. Come se non bastasse già tutto il resto.
Michael, Nick e Steven sono tre operai che lavorano in Pennsylvania e, nel tempo libero, cacciano cervi. Le loro vite scorrono tranquille fino a che, un giorno, ricevono la chiamata per essere arruolati nella guerra del Vietnam. Prima di partire, Steven sposa Angela, che è incinta. In guerra, i tre amici cadono nelle mani dei Vietcong e subiscono una terribile prigionia, fatta di torture e soprusi. Quando riescono a evadere, le loro strade si dividono e le loro vite sono cambiate per sempre: Nick si imbosca a Saigon, preda degli organizzatori di roulette russa; Michael, tornato a casa pieno di decorazioni, conforta Linda, la ragazza di Nick; Steven è rimasto menomato in guerra e ha perduto anche la voglia di vivere.
Alle gioiose atmosfere iniziali segue una dominanza tragica e malinconica. Le eccellenti musiche di Stanley Myers sanno cogliere l'anima e l'essenza della narrazione, convogliando le emozioni in un corale assai toccante.
Vi è chi avrebbe preferito una durata inferiore, ma io non ne sono affatto stato infastidito.
Data la qualità in direzione, mi fido di coloro i quali affermano che questo rappresenti il suo miglior risultato.
All'altezza della situazione, si è immedesimato nella parte di Michael "Mike" Vronsky in maniera impeccabile.
Il suo Nikanor "Nick" Chevotarevich colpisce e impressiona. A tratti davvero inquietante.
Ottima prova, di adeguata intensità, come Steven Pushkov.
Quello di Linda è un ruolo minore, in effetti, ma è reso grande dalla sua presenza. Un nome una garanzia.
Forte determinazione nel completare il suo ultimo film, nei panni di Stanley, nonostante la malattia.
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