Regia di Michael Cimino vedi scheda film
Nel mondo del cinema il Vietnam ha sempre avuto la valenza simbolica di un cambiamento o di un improvvisa discesa nella follia, lo vediamo anche in Apocalypse now e Full metal jacket.
Il cacciatore rispetta pienamente il clima che si respirava negli U.S.A. dopo il fallimento in Vietnam e fa un ritratto crudo non tanto della guerra e delle sue oscenità, quanto dell'impossibilità di tornare davvero indietro con tutti se stessi. Il debole Steven resta mutilato, il leader del gruppo Mike torna a casa pluridecorato da eroe di guerra ma così disgustato dalla morte da non riuscire più ad essere un deer hunter, Nick rimane sconvolto dal sadico gioco della roulette russa a cui era stato costretto dai Vietcong e viene attratto dal business costruitovi intorno da un biscazziere incontrato a Saigon.
Niente potrà più essere come avevano progettato prima di partire...Un film splendido su cui è già stato detto tantissimo, non me la sento di commentare oltre quella che è un'opera non da raccontare, bensì da vedere per la grande potenza delle immagini e delle inquadrature, sia paesaggistiche, sia dei volti turbati di un De Niro in splendida forma e di un Christopher Walken dagli occhi di ghiaccio. Ottimo.
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