Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Film da vedere con occhio allenato e sensibile, sapendo che il ricordo della visione farà germogliare i semi piantati dalla stessa.
Nell'innocenza degli ultimi sta la forza rivoluzionaria di una comunità, pare di sentire Pasolini, ma qui sono Zavattini e De Sica a precederlo di qualche anno. Dal neorealismo al surrealismo il passo è breve e con la metafora del nato sotto il cavolo, l'eblema del sempliciotto si staglia a speranza per il futuro, un futuro senza pregiudizi, senza odii, senza distinzioni di classe, etnia, sesso e religione. Una semplicità che si scontra però con l'aridità del presente e se apparentemente il ricco è sconfitto dal povero, ma solo grazie alla magia della speranza e forse solo in un bellissimo sogno ad occhi aperti, è tra i poveri che si gioca la vera partita per il cambiamento sociale: i rancori, le invidie, le gelosie, l'ingordigia, covano sotto la polvere della massa soppressa e solidale. Ognuno arraffa finché può e una candida colomba, segno di pace, diviene la gallina che cova uova la cui placcatura d'oro cela la fragilità etica e morale di chi fa lotta di classe non per sovvertire l'ordine del mondo, ma bensi quello dei fattori da cui esso risulta e ritrovarsi esso stesso dalla parte del più forte.
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