Regia di Manolo Cruz, Carlos del Castillo vedi scheda film
Un film sincero, garbato che evita spettacolarizzazioni della malattia e che con educazione ed empatia fà emergere la forza interiore dei protagonisti.
Le scene di apertura e chiusura dall'alto enfatizzano le sensazioni che il film andrà a proporre e che poi lascerà negli spettatori, alla pari di una onda che prima travolge la sabbia e poi si porta indietro, con la risacca, un pò del mondo terreno con i suoi profumi e le sue musiche, le sue gioie e i suoi dolori.
C'è una estrema sincerità nell'opera di Castillo, un garbo, una delicatezza disarmante quasi fanciullesca. Come persone umili, senza denari, riescano a trovare in sè una dignità, una ragione di vita in situazioni che metterebbero a dura prova la forza di chiunque nel creato. E la forza che trovano "dentro" la mamma (soprattutto nel finale) e suo figlio affetto dalla devastante distrofia muscolare è immensa, impagabile.
Se in cinematografia è sempre presente e pericolosa la trasformazione della malattia e del dolore in spettacolarizzazione di sentimenti, possiamo affermare che non è questo il caso.
Pellicola che trova forza credibilità e potenza empatica negli attori bravissimi e sensibili, al pari di regia e fotografia calde ed educate.
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