Regia di Ted Kotcheff vedi scheda film
Il poliziotto di una cittadina americana di provincia ha la malaugurata idea di arrestare un vagabondo che sembra gironzolare qua e là senza fissa dimora. Si tratta in realtà di Rambo (Sylvester Stallone), un eroe di guerra decorato, che non ha nessuna voglia di farsi comandare a bacchetta. Ne verrà fuori una specie di guerriglia tra il reduce e tutta la polizia locale, con non poche figuracce da parte di quest’ultima.
Se si guarda Rambo da piccoli o da adolescenti è difficile rimanere immuni dal fascino del protagonista, guerrigliero senza paura né macchia capace con le proprie abilità di mettere sotto scacco un intero esercito di poliziotti. Da adulti le ingenuità della pellicola si notano - o almeno si dovrebbero notare - fin da subito, così come le “americanate” tese ad esaltare la figura del soldato che ha servito la patria fino all’ultimo respiro. Chiudendo gli occhi però su qualche amenità ed esagerazione, Rambo rimane un film d’azione di primo livello, con belle atmosfere e un ritmo serrato che riesce a catturare. Insomma, un caposcuola che ha molto da insegnare a pellicole future di analoga ispirazione. Temi seri sullo sfondo non mancano, ancorché alcuni personaggi (dal poliziotto cattivo al Colonnello che è venuto in aiuto di Rambo dopo averlo guidato durante la guerra) possano sembrare un po’ stereotipati: ad esempio l’ottusità e violenza delle forze dell’ordine, e i problemi psicologici che i reduci di guerra devono affrontare una volta ritornati alla vita civile.
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