Regia di Ted Kotcheff vedi scheda film
A differenza degli episodi successivi, in cui il nemico è ben identificato nella sua malvagità, Rambo nel primo film combatte contro i pregiudizi dello stesso popolo americano del quale si sottolinea la profonda contraddizione tra patriottismo ed individualismo. La novità del film, che secondo me costituisce anche il motivo del suo successo, è lo spirito di rivalsa contro la mancanza di rispetto e di riconoscenza nei confronti di un uomo qualunque (seppur pluridecorato per meriti di guerra, ma pur sempre ritornato alla vita civile dove queste medaglie hanno poco valore) che ha dovuto sopportare grandi sacrifici nel compimento del proprio dovere, in questo caso quello di combattere in Vietnam contro il nemico comunista; un sentimento comune a tante persone che vedono in Rambo un eroe che incarna il proprio desiderio di rivalsa. Al di là degli eccessi di alcune scene, introdotte al solo fine di garantire maggior spettacolarità al film, l’azione si svolge in un ambiente molto convenzionale: una piccola cittadina di provincia e una comune montagna coperta da boschi dove chiunque può recarsi per una gita fuori porta. L’atmosfera plumbea accentua il senso di disagio interiore del reduce. Le uccisioni non raggiungono gli eccessi dei film successivi della serie e anche il finale, solo apparentemente a lieto fine, lascia in vita tutti i personaggi principali. Nonostante lo sfogo finale con il colonnello Trautman, il dramma interiore del protagonista non si risolve: infatti, nessun civile pare condividere la sua causa.
VOTO COMPLESSIVO: 7,5/10
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