Regia di Woody Allen vedi scheda film
Credo possa considerarsi questo il film della consacrazione di Woody Allen. L’idea di personificare la trasposizione di Guerra e Pace di Lev Tolstoj utilizzando una visione satirica fatta di più parole che compiono concetti completi e meno siparietti inutili come nelle precedenti pellicole risulta vincente, così come il connubio con Diane Keaton, già brillantemente rodato in Il dormiglione, ma che qui diventa il cardine attorno al quale ruota la pellicola, con la stessa Keaton che primeggia in scene da solista in cui non è da meno dell’epocale consorte.
L’amore che si alterna alla guerra, in un turbinio di sofferenze (dopotutto è ben chiaro dal racconto di Allen che entrambi, a loro modo, sono portatori di dolore), tra riflessioni e pensieri esistenziali, spiccati dall’utilizzo di dialoghi brillanti, enfatizzano il potere della parola, scarna nelle pellicole antecedenti a questa, di cui Allen farà il faro illuminante della sua inimitabile filmografia.
Inoltre, per la prima volta, siamo di fronte ad una pellicola scorrevole e coinvolgente per tutta la sua durata, come mai prima, sarà per questo che Amore e guerra è da nnoverarsi tra i titoli migliori di Allen ed è stata da subito folgorazione per i critici di tutto il mondo, il film vinse l'orso d'argento al Festival di Berlino nel 1975.
Ciliegina sulla torta, il monologo finale di Boris post-mortem è di una brillantezza inaudita e dimostra quanto Allen sia geniale, colto, sofisticato e sociologo al tempo stesso. Sicuramente una perla della sua cinematografia da recuperare, per chi non lo avesse ancora visto.
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