Regia di Woody Allen vedi scheda film
Può un film demenziale (privo di consecutio logica nella trama, infarcito di dialoghi umoristici, battute, nonsense, non sequitur, scene surreali, etc) essere realmente sublime? Può eccome, se alla regia, sceneggiatura e interpretazione da protagonista c'è quel mostro di Woody Allen. Questa è - molto più che i vari Bananas, Prendi i soldi e scappa o Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso - la vetta comica di Allen: mente e corpo fusi insieme, come nel monologo finale del film, ovvero comicità alta e bassa, sesso e morte, che sono inoltre i fondamentali propulsori del romanzo russo classico. (Incomprensibile la traduzione italiana del titolo, peraltro). Ma oltre a rifarsi ampiamente a Tolstoj o Dostoevskij, qui la parodia raccoglie tutta una serie di luoghi comuni del romanzo francese ed applica il tutto sul concreto moderno, destabilizzando continuamente la logica e la narrazione con inserti anacronistici e gag fulminanti che funzionano meravigliosamente 9 volte su 10. Evidentemente Allen qui era in stato di grazia, del resto l'argomento è uno dei suoi preferiti di sempre. Imperdibile e non solo per i seguaci del comico.
Boris viene chiamato dall'esercito russo a combattere contro gli invasori francesi: tenta in ogni modo di sottrarsi al conflitto, ma per puro caso diviene addirittura eroe decorato; è innamorato della cugina Sonja, che lo considera solo un amico, ma dopo un paio di matrimoni falliti miseramente lo sposa. Per dare un senso al menage i due decidono di andare ad assassinare Napoleone. Ad un passo dal successo vengono scoperti; Sonja fugge, Boris è fucilato. La morte viene a prelevarlo, ma lui in fondo non ne è dispiaciuto: "la morte è pur sempre un modo per ridurre le spese".
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