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Amanti senza amore

Regia di Gianni Franciolini vedi scheda film

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La recensione su Amanti senza amore

di mm40
4 stelle

Un medico ha sposato, per pura attrazione fisica, una pianista. La coppia ha anche un figlio, ma l'amore manca. Quando lui sospetta che lei sia caduta fra le braccia di un famoso violinista, con il quale la donna si esibisce, scoppia la tragedia.

 

Tratto dalla Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj con una sceneggiatura che porta in calce ben sei firme (Gianni Franciolini, che è anche il regista; Nino Novarese, Gianna Manzini, Ivo Perilli, Antonio Pietrangeli e Guido Piovene: una squadra niente male), Amanti senza amore è un dramma a tinte fosche che sfocia nel finale in tragedia per lasciar intendere nella maniera più chiara l'importanza del messaggio insito nell'opera. Un messaggio che viene sintetizzato, al netto della mentalità evidentemente, spudoratamente maschilista, da una battuta messa in bocca al protagonista verso l'inizio del film: l'amore come lo intendiamo oggi è spesso mera convenienza e attrazione sessuale priva di sentimenti. In questo modo il matrimonio rappresenta una via di uscita dalla solitudine o, peggio ancora, l'unico modo per sfogare la propria libido in maniera pubblicamente accettata, il che trascina l'istituzione agli antipodi di ciò che si vorrebbe rappresentasse, e cioè l'unione di due persone innamorate nel reciproco rispetto e nel comune intento di creare una famiglia. Argomenti tosti per il cinema italiano del 1947, ancora pesantemente vessato dalla censura; gli autori comunque preferiscono non approfondire più di tanto le questioni spinose, limitandosi a descrivere il protagonista come il cattivo della situazione e sua moglie come la vittima designata di tale malvagità, improntando insomma il racconto sulla via del noir piuttosto che su quella del dramma psicologico e dell'analisi di costume. Nel cast i nomi principali sono quelli di Roldano Lupi, Clara Calamai e del belga Jean Servais. Pellicola divenuta interessante (al di là delle sue intenzioni, chiaramente) dal punto di vista sociologico oggi, in un'epoca in cui i canoni della riflessione sull'argomento si sono ribaltati e il delitto con aggravante sentimentale ha lasciato posto al 'femminicidio'. 4/10.

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