Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Due ragazze si contendono il figlio di un industriale, ma solo una lo ama veramente; l'altra ama i suoi quattrini. Discreta commediola di Matarazzo.
Devo dire che non è malaccio, come invece ho letto più volte (compreso nel Mereghetti). Certo, non è un film pienamente riuscito, ma un'oretta e mezza di spensieratezza, con qualche risatina, la fa passare.
La prima parte è una piacevole commedia su modello di molte commedie sentimentali americane degli anni '50. Dopo, la pellicola presenta qualche smagliatura e qualche incertezza, ma in complesso si conquista la promozione. Una criticità è la stessa canzone “Cerasella”. È una discreta canzoncina, ma è evidentemente incuneata dentro al film solo, credo, per un maldestro intento promozionale, o per vincoli di contratto o diritto d'autore. Sta lì come la quinta ruota del carro, insomma.
Il futuro Terence Hill (Mario Girotti) se la cava discretamente, ma è ancora alla ricerca di se stesso. Claudia Mori, nel fulgore della bellezza, gioca un po' a imitare Marisa Allasio (anche con la pettinatura), ma con la recitazione sa fare quanto basta.
Lia Zoppelli, poi, è sempre stata la suocera perfetta. Ricordo di averla vista in almeno tre ruoli di questo tipo, a distanza di anni: in questa pellicola (1960), “Sua eccellenza si fermò a mangiare” (1961), “La casa stregata” (1982). La distanza temporale non ha intaccato sull'adeguatezza dell'attrice al ruolo di suocera invadente e dirigista.
Matarazzo, certo, ha fatto di meglio, soprattutto coi melodrammi. Non dobbiamo però pensare che nella commedia fosse una mezza tacca. Qui non lo è di certo, ma posso rinviare anche a “Giorno di nozze”, pellicola divertente e scoppiettante da riscoprire. Il pubblico lo ha spinto verso i film drammatici, ma il regista sapeva dare buoni risultati anche nella commedia.
Forza, accomodatevi a vedere Terence Hill che non tira cazzotti, non mangia fagioli, e non fa il pistolero lesto, ma fa il fusto conteso da due fidanzate.
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