Regia di Todd Solondz vedi scheda film
Un cane bassotto di sesso femminile fa da trait-d'union tra quattro episodi di un cinema ormai esangue, lontanissimo da Fuga dalla scuola media o Happiness, le opere migliori di Todd Solondz, regista eccentrico che ha da tempo ridotto la sua vena corrosiva a puro manierismo.
Nel primo episodio la bassottina diventa il premio per un bambino che ha appena vinto una malattia. La cagnetta vive segregata in una gabbia ma alla prima occasione il ragazzino la libera, compromettendone gravemente la salute. La stessa cagnetta, allontanata dalla famiglia, viene salvata da una veterinaria che aveva avuto l'incarico di sopprimerla. Nel terzo episodio, la bassotta è l'animale da compagnia di un professore di cinema (DeVito) inviso a colleghi e studenti: la userà come tremenda vendetta; nell'ultimo episodio, la quadrupede appartiene a un'anziana donna malata di cancro (Burstyn), che riceve una visita interessata dalla nipote.
Il cane bassotto del titolo originale è un pretesto per mostrare nefandezze ed egoismi dell'animo umano. Lo spirito è quello solito di Solondz, cinico e corrosivo. Ma il film non c'è nella sceneggiatura, nella lasca pretestuosità dello spunto di partenza, nella recitazione e nella pochezza dei dialoghi.
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