Regia di Todd Solondz vedi scheda film
Un bambino impara cos'è la morte; una ragazza trova l'amore; un prof vicino alla pensione si vendica; un'anziana si affaccia sulla morte, evitandola. Tutti e quattro grazie a un bassotto trovatello.
Quasi un remake moderno del Balthazar bressoniano (1966), Wiener-dog è la storia di un animale che passa di padrone in padrone ricevendone solamente dispiaceri, dolori, cattiverie e al contempo caricandosi incoscientemente addosso le colpe umane fino a espiarle fisicamente, sul suo corpo, quasi come fosse un nuovo Messia. Qui però il protagonista non è un somarello, ma un bassotto, animaletto adorabile a cui nessuno oserebbe augurare alcunchè di male: così, dichiaratamente, nelle intenzioni di Solondz, che come d'abitudine è anche sceneggiatore del lavoro. E i personaggi che Wiener-dog incontra sono lo specchio deformato dell'America odierna: una famiglia benestante e apertamente razzista (il racconto del cane randagio chiamato Mohammed è demenziale solo in apparenza: immediatamente se ne coglie il valore impietosamente satirico), una coppia di ragazzi sbandati, senza futuro e senza neppure un presente; un uomo prossimo alla pensione che capisce di avere fallito tutto nella vita; un'anziana tormentata dai dubbi esistenziali fuori tempo massimo. C'è di che rimanere angosciati e interdetti, se non si conosce la poetica di Solondz, raramente sublime come in questa occasione; il suo tocco leggero sia nella regia che nella scrittura (apice ne è l'intermezzo canterino) fa in modo che Wiener-dog sia un film essenzialmente comico, ma ben lontano dall'essere leggero o spensierato: la riflessione sulla contemporaneità che ne scaturisce è impressionante nel suo chirurgico cinismo, riconosciuto cavallo di battaglia dell'autore. Il finale che associa in rapida sequenza la visione dell'invisibile (l'autostrada) e il tributo-beffa (il vernissage) è semplicemente geniale: l'ultimo tocco geniale in chiusura di un'opera sopra le righe eppure lucidissima, densa di significato. Interpreti: Keaton Nigel Cooke, Greta Gerwig, Danny De Vito, Ellen Burstyn e Kieran Culkin (fratello di Macaulay); evitabile il tormentone della canzone Doo Dee (ma Wiener-dog, l'altro dei due temi del film, è grandiosa) e forse migliorabile la partenza un po' a rilento dal punto di vista narrativo. 9/10.
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