Regia di Giovanni Coda vedi scheda film
Compassione, eversione, arte e sperimentazione: un modo del tutto inedito per parlare di bullismo.
L’approccio tutto personale nell’unire la sperimentazione a temi di forte impegno sociale e di militanza fanno di questo film e del precedente Rosa Nudo, visto qualche anno fa proprio al Torino glbt festival, un caso abbastanza esemplare all’interno della scena cinematografica non solo italiana. E’ un film decisamente alieno nel panorama dei film a tematica glbt che talvolta sembra prossimo all’implosione dopo l’abbraccio mortale degli ultimi tempi con l’immaginario e gli stili del cinema mainstream riletti in chiave gay. Qui è presente uno sguardo decisamente senza compromessi che non è stato sfiorato nemmeno dai drammi adolescenziali ricostruiti negli anacronistici e improbabili tinelli a cui ci ha abituato la polverosa e televisiva cinematografia glbt italiana. In definitiva un film coraggioso, costruito con suggestivi quadri caravaggeschi che però non possono attenuare la violenza delle parole a commento che descrivono impietose il dramma del sopruso omofobico. Un dramma che nel film sembra avere come proprio complice uno sguardo, un modo di osservare la realtà ,sempre più presente anche nel mondo gay, ormai convenzionale se non addirittura indifferente, cinico e abbagliato dai lustrini, dai riflettori, dai suoni della discoteca che ritornano ossessivi. Un vero e proprio invito ad uno sguardo diverso e alternativo, compassionevole ma eversivo allo stesso tempo, per uscire dalla palude dei luoghi comuni, dal discount dei sentimenti in cui sembra annaspare troppo spesso il cinema glbt. Ednoland.
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