Regia di Giovanni Coda vedi scheda film
31° TORINO GAY AND LESBIAN FILM FESTIVAL
Tanto è importante il tema quanto lascia perplessi la realizzazione di questo progetto sperimentale dedicato al tema del bullismo e della violenza omofobica.
La produzione sarda sceglie di approcciare il tema del bullismo raccontando storie internazionali, soprattutto americane, raccontate in inglese da una voce narrante ad accompagnate da immagini, sovente incongrue, di attori nudi e bislacchi personaggi. Molto più interessante sarebbe stato affrontare il tema dell'omofobia in Sardegna, invece di scegliere storie straniere, non avendo i mezzi economici per attraversare l'Atlantico e portarci a conoscere le vicende dei protagonisti prescelti. Le storie narrate sono con ogni evidenza basate su materiale raccolto tramite Internet e per nulla approfondito tramite la conoscenza diretta dei luoghi e delle persone coinvolte: pertanto le vittime del bullismo rimangono "distanti" ed inconoscibili per lo spettatore. Peggio ancora che i loro volti vengano sostituiti sullo schermo da bizzarre presenze uscite dalle discoteche gay, che nulla possono trasmetterci del dramma da loro vissuto, ma sanno solanto togliere gravità e tragicità alle vicende esposte dalla voce narrante. L'unico che riesce a trasmettere qualche emozione, per la somiglianza e prossimità con la persona reale, è il ragazzino americano che interpreta i post del quattordicenne suicida di Buffalo, gli altri nulla c'entrano e stanno lì a rappresentare soltanto se stessi.
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