Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Due personaggi in cerca d'autore, smarrito all'interno di un limbo ove l'ispirazione e lo stimolo creativo hanno bisogno di nuove fiammelle onde poter tornare ad ardere. Un Wenders sperimentale più che mai, in un two-actor-show con arredo tridimensionale che risulta, almeno a tratti, affascinante ed innovativo.
Les beaux jours d'Aranjuez (2016): locandina
VENEZIA 73 - CONCORSO
Una Parigi deserta quasi irreale; l'estate con il sole che splende rendendo tutto più attraente; Lou Reed che canta "Perfect Day".
Nelle immediate (si fa per dire) vicinaze della capitale francese, dove la campagna torna a spaziare sovrana e quasi libera, nei pressi di un rigoglioso giardino uno scrittore pensoso e senza ispirazione slancia lo sguardo sul gazebo che sovrasta la parte alta del giardino di casa. Improvvisamente due personaggi si adagiano presso le due sedie che cingono lo stretto tavlino rotondo posto al centro del gazebo, ed iniziano a discorrere nell'intimità di una amicizia o familiarità che non ce li restituisce con esattezza né come amici intimi, Nè tantomeno come amanti.
Nel dubbio sul rapporto che intercorre tra i due concitati dispuntanti, occupati a sviscerare un fiume concitato di parole e disquisizioni tutte incentrate sulla passione e sull'amore, si sviluppa quasi una ricerca degli stessi nei confronti del loro autore inerte e bloccato, che ad un certo punto li lascia liberi di interagire, occupato a cambiare la canzone del proprio Juke box vintage e fosforecente e di grande effetto scenico, mentre il cantante Nick Cave fa la sua mistica comparsa cantando la sua famosa "Into my arms".
Les beaux jours d'Aranjuez (2016): Jens Harzer
Wenders dirige un piccolo film di produzione ed in lingua francese tutto costruito su un lungo dialogo di stampo teatrale: un film tutto preparazione pre-girato, costruito con mesi di prove e girato quasi in tempo reale e poi
Les beaux jours d'Aranjuez (2016): Reda Kateb, Sophie Semin
Les beaux jours d'Aranjuez (2016): Nick Cave
"ricamato" ed arricchito da un effetto 3D dirompente ed esagerato, effetto certamente calcolato e probabilmente posto a significare ed accentuare la piattezza di personaggi ancora abbozzati ma non ancora in possesso di un'anima autoriale definita, e per questo sovrastati, anzi quasi soffocati dal rigoglio di una natura che finisce quasi per risultare invadente o almeno possessiva.
Un film talmente parlato da divenire logorroico, ironico sin da arrivare a vietare ad uno dei due protgonisti di muoversi concitatamente, perché non previste scene d'azione nel copione.
Ottimo il noto e versatile attore francese Reda Kateb, nuovo volto cinematografico (ma probabilmente ben avvezzo ai palchi teatrali quello di Sophie Semin.
Per il grande regista tedesco certamente un ulteriore tassello sperimentale per una carriera che ormai è giustamente alla ricerca di nuovi stimoli e nuove tecniche da sperimentare.
Accolto con una eccessiva freddezza tra il pubblico della stampa, Les beaux jours d'Aranjuez è un piccolo film che riesce a farsi seguire lasciando libero arbitrio di interpretazione.
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