Regia di Franco Rossi vedi scheda film
Una neonata viene salvata dall’equipaggio di un sottomarino e chiamata Ombrina. La seconda guerra mondiale è finita, ma i marinai non vogliono arrendersi e proseguono a vagare in acqua per i successivi venti anni. A quel punto, ormai adulta, Ombrina durante una rapida uscita conosce un aitante medico sullo yacht di un miliardario e se ne innamora.
Prodottino dai toni leggeri leggeri e piuttosto stereotipato nell’andamento della trama, Non faccio la guerra, faccio l’amore approfitta senza particolari motivi dello slogan pacifista del momento per mettere in scena le solite, risapute dinamiche da commediola popolare nostrana, con personaggi monodimensionali e nessuna psicologia di fondo nei rapporti tra loro, dialoghi fumettistici, situazioni amene e prevedibili, happy end assicurato con largo anticipo. Strano, ma non troppo (aveva già diretto qualche lavoro più prettamente ‘popolare’) che dietro alla macchina da presa ci sia Franco Rossi, in genere regista più attento ai contenuti o quantomeno alla ricerca di un cinema meno piatto, meno frivolo; Rossi è autore anche del copione in compagnia di Jaja Fiastri e Luigi Magni. Il cast, quantomeno, non si discute: Catherine Spaak, Philippe Leroy, Frank Wolff, Jacques Herlin, José Calvo, Otto W. Fischer, Fiorenzo Fiorentini, Renato Montalbano e Paul Muller sono gli interpreti principali; la prima parte del film, piuttosto claustrofobica, è ambientata quasi interamente dentro a un sottomarino. Apprezzabile la colonna sonora di Riz Ortolani. 3/10.
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