Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Cercare la redenzione per poi finire ancora più in basso.La spirale che imprigiona tre delinquenti incalliti verso il baratro si rivela inesorabile,ma lascia loro il tempo di divertirci con un noir scorretto e dal gran ritmo, girato nel rispetto delle sregolatezze previste dal genere, seguendo un filone tutt'altro che nuovo, di fatto irresistibile.
FESTIVAL DI CANNES 2016 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Che spasso questo ultimo gioiellino targato Schrader, saggiamente prenotato, trattenuto con le unghie dai tosti selezionatori della Quinzaine!!
E dire che dopo il recente fiacco e bolso "Il nemico invisibile", pure questo con Nicolas Cage, anche la fino ad ora praticamente inviolata purezza e centratezza dell'autore e sceneggiatore cult di alcuni tra i capisaldi della cinematografia americana dai '70 ad oggi, non era affatto da considerarsi più un valore assoluto.
Ma lasciamoci trascinare dagli eventi: tre malviventi appena usciti di galera cercano di rimettersi sulla retta via, ma una serie di circostanze personali, ed un'offerta che è difficile rifiutare, fa naufragare ogni più pallido buon proposito all'orizzonte.
Gran ritorno verso un genere noir-pulp che oramai sembrava solo più appannaggio di tipi tosti come Tarantino, ma rifuggito dai più, anche da autori come Oliver Stone che tempo addietro avevano dedicato con valore, tempo e carriera al medesimo filone: Paul Schrader, che presente in sala, osannato dal pubblico in delirio, ammette di essersi divertito un sacco a girare questo film, e consiglia a noi spettatori di non prendere nulla sul serio di ciò che così scelleratamente bene viene raccontato nel suo film, ha avuto la lungimiranza e la tattica dannatamente giusta di azzeccare i due principali protagonisti entrambi di fatto ceffi davvero strepitosi: Willem Dafoe, assassino e sterminatore di compagne grasse e kitch all'interno del loro appartamento rosa confetto che più kitch non si potrebbe immaginare (la sua strage di famiglia è strepitosa e necessaria: tifiamo per lui in ogni momento della sua nefasta azione punitiva nata quasi da uno sfogo liberatorio) e Nicolas Cage, criminale che si sforza di avere uno stile, che fa il verso a Humprey Bogart (imitandone la cadenza - in versione originale è da applauso a scena aperta) ed appare davvero irresistibile come era ai tempi in cui si impegnava e girava con grandi registi piuttosto che sciuparsi in banali blockbuster.
Paul Schrader e Willem Dafoe, a sorpresa in sala durante la matinée al Palais Croisette
Schrader, anche in un losco ruolo di contorno, filma alla grande, privilegiando i tempi veloci, l'azione repentina e per nulla avvisata, ma pure scelte cromatiche abbaglianti, forzate, accecanti, e proprio per questo irresistibili, alternate ad uno stiloso bianco e nero che ci riporta vicini ai bei monenti del noir di una volta.
Un pastiche ironico e sanguinolento che diverte ed a tratti esalta: un divertissement fine a se stesso, voluto come tale dal regista, accompagnato a sorpresa in sala alla proiezione mattutina, generalmente disertata da autori e attori, dal simpatico e disponibile Willem Dafoe.
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