Regia di Elizabeth Wood vedi scheda film
New York. Leah è appena arrivata nel quartiere, è giovane e ha voglia di divertirsi: l'incontro con lo spacciatore Blue si rivelerà per lei fondamentale. I due si immergono in una spirale di sballo e denaro facile, che li travolgerà non appena Blue verrà arrestato.
Il primo lungometraggio a soggetto per Elizabeth Wood, regista e sceneggiatrice, è questo White girl: una storia sordida di violenza, abbrutimento, sballo, sesso, brutale sopraffazione interamente girata come un videoclip di Mtv. La scarsa credibilità che viene a instaurarsi fra forma e sostanza non è comunque il problema principale della pellicola, che soffre innanzitutto di un'inverosimiglianza colossale sul piano del materiale narrativo, spesso e volentieri abborracciato, privo di mordente, fasullo. I dialoghi sono appena sufficienti, le situazioni invece non convincono quasi mai: in una scena, per fare un esempio concreto, dei ragazzi parlano di spacciare droga, si ubriacano, litigano bruscamente sui sedili posteriori di un taxi, per concludere il tutto con una sana copula fra il protagonista maschile e quella femminile. L'autista viene inquadrato solamente in seguito, quando i giovani scendono e, come è giusto che sia, ritengono necessario pagarlo. Lui muto, inerte, a dimostrazione che evidentemente a New York funziona proprio così. La questione sociale potrebbe essere presa sul serio se fosse trattata con più serietà: così White girl riesce soltanto a irritare lo spettatore per il suo atteggiamento facilone, balordo. Bene comunque gli interpreti: Morgan Saylor, Brian Marc, Justin Bartha, India Menuez, Chris Noth. L'accostamento sulla locandina del film con Kids di Larry Clark (1995) è semplicemente demenziale. 2/10.
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