Regia di Dan Kwan, Daniel Scheinert vedi scheda film
Il superstite di un incidente trova un corpo in riva al mare, spetezzante e privo di vita. Lo cavalcherà come una moto d'acqua e scoprirà che si presta ad altri mille usi, come sputare oggetti, spaccare travi e zampillare acqua. Dopo un po' il cadavere inizierà a parlare e vorrà imparare a ricordare la vita. Film assurdo dal ritmo non sempre alto.
Film di difficilissima collocazione e ancor più difficile valutazione. L'incipit è già di per sè spiazzante, un ragazzo - apparentemente un naufrago su un'isola deserta - sta per suicidarsi quando nota un corpo sulla battigia. Si avvicina allo stesso, sperando di aver trovato un compagno, ma il corpo giace inanimato salvo qualche fuga di gas intestinale che man mano si fa più insistente. Incuriosito dallo strano fenomeno il naufrago si avvicina al cadavere per ispezionarlo meglio, finirà per cavalcarlo come un acqua-scooter a propulsione anale, fendendo le onde.
Swiss Army Man è l'epica avventura di un uomo e del cadavere che sembra incarnarne l'alter ego e che - come un coltellino multi-uso appunto - lo aiuterà ad affrontare le difficoltà fisiologiche e psicologiche che incontrerà nel suo percorso verso la civiltà. Gli attori sono molto bravi, i dialoghi non abbastanza profondi, le musiche decisamente azzeccate e stravaganti.
Un film per chi ama l'assurdo, per chi si è innamorato del pneumatico Rubber di Dupiex o della coppia di stralunati che giocano a palla con le loro teste di Vincenzo Natali.
Impossibile dare un giudizio ma mi par doveroso regalare qualche stella perché è un film sicuramente coraggioso, memorabile e che si segnala per una buona tecnica d'insieme.
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