Regia di Dan Kwan, Daniel Scheinert vedi scheda film
Non passa via anonima l’opera prima della (già) premiata ditta Kwan&Scheinert, o “the Daniels” (Dan e Daniel appunto) come da manifesto ufficiale. Un film che svela sin dalla prima sequenza la natura poetico-grottesca che manterrà, enfatizzerà, esacerberà lungo tutto il suo sviluppo. Un racconto di solitudini, quella di Hank, il sempre inquietante Paul Dano, e del suo indigeno Venerdì/pallone Wilson, che stavolta arriva sotto le spoglie cadaveriche di Manny, uno strepitoso, sdoganato Daniel Radcliffe (Dano, Daniel…) a pieno agio nel ruolo del multiuso svizzero umano. Aggirando bellamente la coerenza delle leggi fisiche, come avviene nei sogni o, meglio ancora, nei cartoni animati, il nuovo amico cadavere, elegante e scoreggiante, sarà l’ultimo possibile appiglio sul baratro della disperazione e, offrendosi all’uopo, si proporrà come motoscafo peto-propellente, fontana cui dissetarsi, arpione, catapulta, balestra, fucile, slitta, lanciafiamme. In cambio riceverà un po’ di dolce inganno, necessario e doloroso non solo per chi è vivo. Non ci saranno risposte agli interrogativi, o quantomeno non abbastanza semplici da cogliere alla leggera. Non saranno elargite certezze e di incontrovertibile rimarrà solo la dissacrante citazione di un grizzly infuriato e unghiante che attaccherà un redivivo e un redimorto. Sulla vita? Sulla morte? Boh. Dell’amore? Dell’amicizia? Forse. Un film a tratti fastidioso, sicuramente un po’ snob. Un film che sembra finto, e che forse lo è. Un film che non sai come spiegare. Da non perdere.
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