Regia di Marino Girolami vedi scheda film
E' una solita commediola scema di quegli anni, ma ci sono alcune scene così idiote che superano ogni limite, rasentando quasi la genialità.
La trama è un'accozzaglia informe e sconclusionata di tutti i peggiori luoghi comuni della commedia sexy all'italiana. Geniale la trovata della moglie esibizionista che si fa palpare dal marito mantenuto in luoghi pubblici.
Stupida quanto il film, ma la sigla d'inizio, cantata da Vitali e Ciardo, è un must.
Quasi niente, senonché correggerei qualche salto logico nella narrazione, e modificherei un po' il finale, troppo tirato via.
In questo film lancia il suo slang pugliese. A volte esilarante, a volte irritante.
Sempre bellissima (anche se appesantita nel fisico), fa la moglie dispotica con accenti molto divertenti. Memorabile la battuta su Don Galeazzo. "Chi è don Galeazzo?", "E' uno che mangia, beve e non fa un cazzo!"
Il solito Pierino, stavolta in versione furfantesca. Niente di nuovo né di esaltante.
Il vero mattatore del film. Mancando bellezze di primo piano, e considerando che stavolta Vitali è un po' in seconda fila, per la prima volta tutti i fari sono puntati su Renzone. Regge tutto il film da solo, bravissimo come sempre nel ritrarre il mantenuto succube della moglie. Battute memorabili, e una menzione speciale per la scena del suo rapimento, in bilico tra l'idiozia e il sublime.
Sciatta e rozza. Ingiudicabile.
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