Regia di Antonio Campos vedi scheda film
34 TFF - CONCORSO
"Christine, una vita infernale", per riassumere la drammatica vicenda parodiant un'altra e molto diversa Christine kinghiana.
Christine Chubbuck è una reporter preparata, dinamica, apparentemente decisa e cosciente di ciò a cui voler tendere come traguardo.
Peccato che attorno a lei nessuno abbia mai saputo valorizzarla a dovere: relegata a far da testimonial a casi giornalistici minori, a volte solo folkloristici, a volte quasi imbarazzanti, la donna, alta, slanciata, graziosa senza essere avvenente, giunta trentenne ancora senza vere esperienze sessuali, accumula una sofferenza, una frustrazione tale, resa più acuta da un serio disturbo alle ovaie che ne compromette la fertilità, da spingerla ad un plateale episodio di rivolta tutto a sue spese.
Nell'America di metà anni '70 che si prepara ai progressi di un'era digitale ormai vicina, il sacrificio di Christina, personaggio realmente esistito, scuote le coscienze e alimenta dibattiti sulle discriminazioni da sempre presenti ai danni della donna anche nello stato paladino del modo di pensare e vivere occidentale.
Forte di una ambientazione così scrupolosa che finisce per impadronirsi e soffocare il resto della vicenda, Christine soffre di lunghezza esagerata in cui la storia divaga e non riesce a focalizzarsi su un dramma che appare sempre minimizzato o non esplicitato a dovere.
A favore del film non si può negare la predisposizione ed il buon impegno di una Rebecca Hall volenterosa, che tuttavia anche stavolta non riesce a sedurmi né tantomeno a convincermi completamente, in linea con il film ben costruito tecnicamente, ma pesante e prolisso fino alla noia.
Un Quinto potere in versione biopic, che nel finale non sa come chiudere e tergiversa, spostando l'attenzione sulla collega e collaboratrice di Christine, senza un vero motivato perché.
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