Regia di Amasi Damiani vedi scheda film
Indifendibile decamerotico che sfrutta malamente tre novelle orientali nel vano tentativo di provocare qualche sorriso...
Un califfo, turbato da un tradimento orgiastico della moglie, si vendica attuando un omicidio di massa, quindi giura sul Corano che ogni nuova sposa sarà torturata la notte di nozze e uccisa al primo raggio di Sole. Dopo svariati delitti, dovuti anche all'impotenza, la figlia del Visir si propone al sacrificio. Durante la notte non solo la ragazza vince l'impotenza ma attira l'attenzione del califfo raccontando una storia...
Tardivo decamerotico italiano, sottogenere proliferato per una trentina di titoli tra il 1972 e il 1973. A sua volta la serie si è distinta in tre filoni, suggeriti dalla trilogia della vita di Pasolini: Il decameron (da cui il nome al sottogenere), I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte. Quando i califfi avevano le corna va ad inserirsi nel terzo ceppo, quello appunto con ambientazioni orientali.
Ma Amasi, pur disponendo di un buon reparto femminile, non può altrettanto vantare attori maschili di rilievo e pure la sceneggiatura, anche se più fedele ai testi di ispirazione, zoppica a più riprese facendo apparire le due storielle raccontate dalla figlia del Visir come noiosissime e banali. Il ritmo è lento e certo qualche castigato nudo non aiuta a rendere più interessante la visione di un prodotto tristissimo, che non riesce a strappare un sorriso nemmeno sotto effetto di superalcolici... uno dei peggiori esemplari del filone, da evitare come la peste!
Senza nulla togliere alla lodevole iniziativa della Cinekult, grazie alla quale molti film destinati all'oblio sono fortunatamente stati recuperati, va però onestamente detto che qui si tratta di una delle peggiori uscite e non solo per la totale assenza di contenuti speciali ma per una penosa versione del film in 4:3, con il tentativo di inquadrare, in diversi contesti, i volti dei protagonisti quando sono a lato dello schermo spostando il telecinema!
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