Regia di Ariel Winograd vedi scheda film
Si ritrovano per ben due volte, e alla seconda riescono a trovare il modo di amarsi. Tutto sembra perfetto, finché non si scopre che lei odia i bambini, non sapendo che lui ha una bimba bella tosta dal precedente matrimonio. Commedia degli equivoci sudamericana, un po' scontata, sdolcinata, pur se forte di un certo ritmo.
"Senza figli", recita tradotto nella nostra lingua ed con formula più concisa ed efficace del titolo posticcio attribuito dalla nostra distribuzione a questa commedia argentina che cerca di apparire scatenata e briosa, forte di due interpreti noti e molto bravi (oltre che sexy entrambi) come Maribel Verdù (una delle mie attrici spagnole preferite) e Diego Peretti, il naso più importante e solenne di tutto il panorama attoriale sudamericano.
La storia di due vecchi amici (uomo e donna) che si rincontrano in occasione del rifacimento del passaporto dopo non essersi più visti dai tempi di scuola, e che poi si riperdono di vista per rivedersi nuovamente dopo nove anni per caso nel negozio di musica che lui gestisce a Buenos Aires, sviluppa una coinvolgente storia d'amore che pare perfetta, soprattutto a riempire il vuoto emotivo dell'uomo, separato da qualche anno e solo da quella circostanza.
Peccato che la sua spasimante, donna tenace ed interessante, avverta una vera fobia nei confronti dei bambini, tanto da vederla come attivista di un comitato per la tutela dei single e coppie senza bambini.
Il problema è che lui, Gabriel, una figlia dal precedente matrimonio ce l'ha eccome, e nasconderla alla donna sarà un'impresa incredibile, tenuto conto che la bambina, nove anni ma già furba e smaliziata come un adulto, fa di tutto per comprendere la situazione e cercare, a suo modo, di aiutare il padre a districarsi negli innumerevoli inconvenienti verso cui quel suo mentire lo condurrà sempre più pericolosamente ed in bilico.
La commedia, briosa e in cerca di ritmo perenne, ha qualche situazione divertente, ma la minaccia di buoni sentimenti sempre in agguato ci rende vigili e guardinghi, impedendoci di poter apprezzare anche i minimi sforzi di rendere briosa e piena di verve una storia di famiglia buffa che gioca sui sentieri ampiamente percorsi della commedia degli equivoci.
C'è senz'altro da domandarsi come mai, con tutta l'interessante produzione cinematografica sudamericana che ogni anno viene messa in cantiere, e che diserta inesorabilmente la nostra circolazione nelle sale, si sia dovuto proprio arrivare a distribuire una pellicola così innocua e un pò banale, che nulla aggiunge ad una cinematografia tra le più interessanti degli ultimi anni.
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