Regia di Laurent Tirard vedi scheda film
Galeotto fu un cellulare dimenticato in un ristorante: un'occasione troppo ghiotta per Alexandre (Dujardin), architetto di successo, per accedere alle grazie non di una donna dallo sguardo penetrante, le labbra carnose e i capelli medusei, bensì di una biondina slavata che porta 12 centimetri di tacco (Efira). Davvero troppi se, al primo appuntamento, arriva la sorpresa: lui è alto soltanto un metro e 36! Nonostante ciò, lei si lascia ammaliare dai modi garbati di lui, tanto più evidenti se confrontati con quelli di un ex (Cedric Kahn, uno dei migliori registi transalpini, qui in veste d'attore) che non molla ma col quale è costretta a dividere lo studio legale dove lavora. Quando quest'ultimo viene a sapere della nuova liason della sua ex, la turlupinatura arriva in automatico, pur essendo ben poca cosa rispetto al comportamento della madre. Per la nostra biondina slavata è troppo: sarà davvero in grado di portare avanti una relazione con un uomo tanto basso?
Specialista di commedie per minus habentes (categoria della quale, in alcune serate, mi onoro di fare parte pur di evitare il tracollo psichico), Laurent Tirard estrae dal cilindro un remake della pellicola argentina Corazon de Léon, una paccottiglia alla melassa con intenti da cinema politicamente corretto di pura bigiotteria. Non bastassero la pochezza di intenti, il bigino morale con tanto di sottolineature a evidenziatore e la prevedibilità della trama, anche gli effetti speciali lasciano a desiderare: a seconda delle inquadrature, le proporzioni tra i due protagonisti cambiano visibilmente e, per salvare il film, nulla può Jean Dujardin nel continuare a sfoderare imperterrito lo stesso sorriso che aveva in The artist.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta