Regia di Pupi Avati vedi scheda film
La siciliana Laura va a Roma in cerca di fortuna. Trova invece solo un uomo che si approfitta di lei, lasciandola incinta, e scappa. La ragazza torna a casa e medita il suicidio, ma nei campi paterni di agrumi incontra un africano, bracciante laureato in medicina, che si innamora sinceramente di lei.
Prosegue la stretta partnership fra la tv di Stato e Pupi Avati; per il regista bolognese questa è la quarta fiction Rai sfornata in tre anni dopo Il bambino cattivo, Un matrimonio e Con il sole negli occhi, tutto fra il 2013 e il 2015. La qualità media dei lavori è molto modesta e non bastano i sempre gradevoli toni provinciali e agrodolci, alla ricerca delle piccole cose quotidiane, che caratterizzano il cinema di Avati - nè le sue innegabili capacità dietro la macchina da presa, sia detto per inciso - a risollevare le sorti di un prodotto debole da tanti punti di vista come questo Le nozze di Laura. Innanzitutto la sceneggiatura: firmata dal regista e da suo figlio Tommaso, con collaborazioni di Cesare Bastelli, Charlie Owens e Francesco Pezzulli, è una storia colma di momenti patetici all'eccesso, di picchi emotivi mal gestiti, nella quale il buonismo facile e sterile di fondo emerge pian piano fino a soffocare l'intera trama. Anche dal punto di vista della recitazione non ci sono buone notizie: a parte qualche nome di rilievo confinato in secondo piano (Neri Marcorè, Lina Sastri, Andrea Roncato: con tutti i limiti del caso), il cast risulta composto da interpreti anonimi e ben poco incisivi, in primis la protagonista Marta Iagatti. Cento minuti di intrattenimento con vaghi temi 'sociali' francamente trattati in maniera blanda, fino al doveroso (per un lavoro di simile stampo e dall'audience casalinga) lieto fine. 2,5/10.
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