Regia di Curtis Hanson vedi scheda film
Il titolo originale del film “The hand that rocks the cradle” è tratto dall'omonima poesia del 1865 scritta da William Ross Wallace.
La poesia elogia la maternità come il principale impulso per cambiare il mondo.
Un impulso o ossessione che in questo caso si rivela distruttivo.
Il thriller di Hanson è infatti basato su la maternità “negata” e alla sue estreme conseguenze.
Tutto questo viene rappresentato dal personaggio di Peyton, che ha avuto un aborto spontaneo a causa dello stress accumulato dopo il suicidio del marito. Un evento che come una colpa da scaricare su qualcuno, viene addossato alla famiglia dei Bartel, ma il principale obiettivo di Peyton non è vendicarsi, ma quello di ripristinare la maternità perduta, appunto una mano sulla culla...
Un film che può sembrare stereotipato e che invece è diventato con il tempo una specie di cult, con varie imitazioni di altre pellicole fatte per la tv.
“La mano sulla culla” è un buon film, sia nella trama, che contiene anche il tema della sostituzione dei ruoli e l’introduzione di un estraneo in una famiglia, sia nella regia di Hanson, che riesce a dispensare le giuste dosi di tensione, creando atmosfere che suscitano ansia che lo rendono interessante e da seguire fino alla fine
Ben interpretato da Rebecca De Mornay (Peyton) e dagli altri attori del cast, tra cui Julianne Moore e Annabella Sciorra è un film sicuramente da vedere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta