Trama
Una città di provincia. Tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell'incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali. A unirle non sono le affinità ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l'attendono una misteriosa amica e un'improbabile occasione di lavoro.
Approfondimento
QUESTI GIORNI: UN'AMICIZIA IRRIPETIBILE
Diretto da Giuseppe Piccioni e sceneggiato dallo stesso con Pierpaolo Pirone e Chiara Atalanta Ridolfi, Questi giorni si ispira liberamente al romanzo Color Betulla Giovane di Marta Bertini per raccontare come in una città di provincia, tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell'incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali. A unirle non sono le affinità ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l'attendono una misteriosa amica e un'improbabile occasione di lavoro.
Con la direzione della fotografia di Claudio Cofrancesco, le scenografie di Giada Calabria, i costumi di Emanuela Naccarati e le musiche di Valerio C. Faggioni, Questi giorni è così raccontato dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Venezia 2016: «Cos'è quell'illusione di eternità che improvvisamente si inceppa, minaccia di interrompersi proprio quando il futuro sembra comunque essere carico di promesse? Perché un viaggio intrapreso per suggellare il legame di un'amicizia che in quel modo cerca di diventare eterna, crea invece un'incrinatura insanabile nell'equilibrio incerto della vita quotidiana del gruppo?
Ho lavorato a lungo con le ragazze perché loro sono semplicemente il film. Non volevamo fatti eclatanti, o situazioni estreme da raccontare, insomma non una storia troppo premeditata. Avevamo poco tempo, molti spostamenti e tantissime scene da girare. Nella parte iniziale il tempo viene scandito dalla ripetizione, dalla frammentarietà episodica, dalla somma di vicende di vita ordinarie, nella somiglianza dei minuti, delle esperienze. Nel viaggio, per quanto breve, si ha la sensazione di un'idea diversa della durata, che il tempo sia interamente vissuto. Dovevo stare semplicemente vicino a queste ragazze, dovevo filmare qualcosa che non è solo nella storia. Raccontare anche quel senso fisico dell'esistenza tipico di quell'età, quell'energia, quel dispendio senza riserve o cautele. In questo senso il paesaggio ci ha aiutati ma non in maniera descrittiva e la natura è solo compagna di quei gesti, di quelle parole, di quelle vicende, della fiammata improvvisa che nell'arco di pochi giorni vissuti intensamente diventa rapidamente ricordo, un'occasione mancata, un gesto che si è perso da qualche parte, anche se bisogna andare avanti, sempre. Come dice Caterina, una delle ragazze interpretata da Marta Gastini [le altre tre protagoniste hanno i volti di Maria Roveran, Laura Adriani e Caterina Le Caselle, ndr], tutto quello che accade ci accade senza che ne siamo consapevoli: "Se qualcuno ci avesse detto, in quei giorni, che quelli erano i nostri giorni, irripetibili, e che eravamo dentro un'eterna promessa che il tempo vissuto dopo non avrebbe mantenuto, noi non gli avremmo creduto, avremmo pensato che invece il nostro tempo fosse ancora davanti a noi,
che il meglio dovesse ancora venire…"».
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
La prima mezz'ora un po' caotica ma poi la vicenda si fa più comprensibile. Non eccezionale, ma vedibile
commento di Artemisia1593Carino, ma sempre i soliti stereotipi all'italiana. 6
commento di BradyPurtroppo la scelta delle musiche è pessimo, i sottotitoli su sfondo bianco non si leggono, alcuni dialoghi sottovoce in presa diretta non si sentono, non è una commedia ma un film drammatico su temi attuali e verosimili.
commento di ferniUna commedia drammatica,discreta,sicuramente meglio della media di quello che viene prodotto da noi ultimamente,poi qualche lungaggine e il finale retorico ne limitano un giudizio piu' lusinghiero (almeno per me)
commento di ezioDramma umano, film "on the road" .Buona prova di Piccioni,anche se non molto originale.
leggi la recensione completa di Furetto60Il viaggio, le incognite della vita, l'amicizia salvifica, ma pure la malattia, la maternità non desiderata, la sessualita' confusa, il apporto madre e figlia....un minestrone devastante, anzi un piattone di polpette al sugo riproposto ad ogni occasione ma puntualmente declinato.
leggi la recensione completa di alan smitheeBravissime tutte le attrici, che hanno salvato il film, ma pieno di formalismi che dal bravo Piccioni non mi sarei aspettato. Una involuzione al dilettantismo.
commento di iro