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Qualcosa di nuovo

Regia di Cristina Comencini vedi scheda film

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La recensione su Qualcosa di nuovo

di alan smithee
4 stelle

Due amiche diversissime caratterialmente, ma entrambe poco fortunate con gli uomini, vengono travolte da un ciclone apparentemente sottomesso e superficiale, rappresentato da un aitante sveglio diciannovenne. La Comencini affronta con una commedia comica il tema molto alla moda del cosiddetto "toy boy", ma i toni spigliati non le si confanno molto.

“Voi donne passate metà della vita a programmare cosa volete fare da grandi, e l’altra metà a disfare tutto ciò che avete programmato”.

Ci vuole un diciannovenne prestante e solo apparentemente “distante”, interessato solo a svagarsi e alle attività sessuali, per fare una disamina specifica e sottile, rapida ed efficace, della personalità confusa e in fondo un po’ fragile di due amiche quarantenni.

Maria e Lucia sono due persone caratterialmente molto diverse, che non per questo motivo non sono riuscite a divenire amiche intime in grado di confrontarsi, criticarsi, e cercare di completarsi a vicenda in ogni occasione che le veda riunirsi.

Tanto una, la bionda, impiegata separata con due figli, è solare, disinvolta, e per nulla indifferente ai richiami dell’altro sesso, tanto l’altra, cantante jazz separata pure lei ma senza figli, appare spigolosa ed intransigente con l’altro sesso, tanto da risultare sempre single; e sempre incaricata di risolvere i problemi più imbarazzanti in cui finisce avviluppata l’altra più estroversa ed ingenua amica.

Il giorno in cui entrambe, per un equivoco buffo, verranno coinvolte contemporaneamente, ma secondo modalità che le rendono ignare una dell’azione altra, in una focosa relazione con un aitante studente appena abbandonato dalla fidanzata coetanea, ecco che per le due donne succederà come uno stravolgimento che porterà ognuna delle due ad avvicinarsi, in gesti, atteggiamenti, comportamenti, ai tratti sintomatici dell’amica: apportando peraltro benefici ad entrambe: due donne vissute alla mercé di uno sbarbatello tosto che sembra subirle, ma in realtà si pone al comando di entrambe le relazioni.

Vira sui toni della commedia comica l’ultima fatica di Cristina Comencini, ambito nel quale in effetti la regista fatica molto a trovarsi a suo agio, nonostante qualche spunto divertente, e la presenza di due attrici brillanti piuttosto in forma.

La storiella è davvero esile, nonostante qualche corretta e singolare sfumatura caratteriale venga pur messa in evidenza, e con un certo dinamismo. Ma il resto è puro mestiere affidato a due attrici che ripetono un po’ sempre (soprattutto la pur brava Ramazzotti) sempre lo stesso cliché di personaggio (la svampita dolente ma di cuore, oca ma dotata di una saggezza interiore celata molto bene), o nelle mani delle doti canore notevoli di una Cortellesi a suo agio pure in versione jazz, e che sul finale si prodiga pure in un divertente siparietto al ritmo di “Girls just want to have fun” della mitica Cindy Lauper: ideuzza carina, ma buona più per uno show televisivo, che per l’opera di una regista che convince di più quando è il dramma, e non tanto il ritmo comico, a sopraffare la commedia.

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