Regia di Michele Placido vedi scheda film
Una multinazionale acquista una ditta italiana con l'unica richiesta, in cambio del salvataggio di tutti i posti di lavoro, di tagliare la pausa pranzo di 7 minuti. Le 11 operaie si riuniscono e dicono di no.
Pro: una storia al passo con i tempi, di una verità tremenda, lacerante. Un affresco che permette alla sceneggiatura (Michele Placido, Stefano Massini e Toni Trupia) di disegnare figure femminili le più varie e più umane possibili. Contro: una pressochè totale mancanza di azione, e passi pure, un cast traballante, e si chiuda un occhio anche qui visto che stiamo parlando di cinema italiano del 2016, e una carenza di tensione negli sviluppi della vicenda che, invece, non può essere perdonata al copione, tratto - dopo quest'ultima considerazione, non sorprenderà - da un testo teatrale del già citato Massini. Le regie di Placido proseguono nel loro mesto percorso di declino, pur risollevandosi un minimo questo 7 minuti rispetto al precedente La scelta (2015); la confezione in certi aspetti paratelevisiva (non tanto per la fotografia, che è in effetti di Arnaldo Catinari, quanto per es. per le musiche melense di Paolo Buonvino) e la direzione degli attori 'molto libera' sono pecche non da poco per il film, che va comunque apprezzato per quanto detto in incipit, a dimostrazione che Placido rimane uno dei pochi registi dello Stivale ancora dedito al cinema 'civile', di impegno sociale. Fra gli interpreti ritroviamo svariate cantanti, più o meno 'prestate' al set: Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Ambra Angiolini; e poi Ottavia Piccolo, Cristiana Capotondi, Balkissa Maiga, Vincenzo Bonomo e una vera e propria riunione di famiglia con i tre fratelli Michele, Gerardo e Donato Placido al fianco di Violante, figlia del primo. 3,5/10.
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