Regia di Michele Placido vedi scheda film
Un thriller sindacale basato sull'opera teatrale omonima, firmata dallo scrittore Stefano Massini, a sua volta creata sulle ceneri della reale lotta delle operaie di un’azienda francese in difesa dei propri diritti. Questa la parte nevralgica della pellicola diretta da Michele Placido, presente nel ruolo di un ex proprietario di azienda dal fare molto paternalista, e assistito in fase di sceneggiatura dallo stesso Massini e dal regista Toni Trupia.
Impossibile non citare ciascun membro del cast a iniziare da una combattiva Bianca (Ottavia Piccolo), operaia afflitta da acciacchi e con trent’anni di lavoro e aneddoti sindacali sulle spalle, tutti pronti per essere narrati alle più giovani e inesperte colleghe, fra le quali s’intravedono vari stereotipi umani ben delineati da ogni attrice. Ambra Angiolini, nel ruolo della combattiva Greta. Ornella (Fiorella Mannoia), trentennale amica di Bianca e madre di Isabella (Cristiana Capotondi), anche lei operaia e al nono mese di gravidanza, fino a Marianna (Violante Placido), impiegata costretta, per un grave incidente sul lavoro, su una sedia a rotelle.
Un film capace di sviscerare le diverse ragioni che porteranno a una scelta sofferta per ogni membro del consiglio, per il quale è difficile inizialmente non cedere a una lusinga tanto semplice e seducente, al punto di essere quasi scontata perché: “cosa sono in fin dei conti sette minuti di lavoro in cambio di uno stipendio”. Una lusinga tanto banale da racchiudere pericoli che nel corso di ore di lotte fisiche e verbali saranno sviscerati.
Film che alla fine non convince però del tutto a causa di una sceneggiatura troppo sopra le righe e per le interpretazioni che vedono negli eccessi d’ira e disperazione il loro marchio preponderante, il tutto nonostante la nobiltà d’intenti iniziali e l’indubbia bravura delle attrici in gioco.
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