Regia di Mario Camus vedi scheda film
Visto nella versione integrale spagnola di 101', no quella italiana più corta dagli '83 ai '91 della CG-e dall'edizione video scadente-, dal master in HD abbastanza recentemente fatto restaurare dalla Arrow.
E' uno dei rari titoli assieme a "Il Vero e il Falso" di Eriprando Visconti con cui il palestratissimo ma un pò "fisico da muratore" Mario Girotti/Terence Hill che ancora cercava di riuscire come la sua "versione A" Franco Nero, di potersi fare spazio pure nei film dalle maggiori caratteristiche drammatiche, pochi mesi prima della definitiva consacrazione della coppia con Bud, in "Lo Chiamavano Trinità".
Mario Camus non era un baggiano, ma uno dei maggiori scrittori spagnoli di romanzi storici, e di cotanto nome nel cinema iberico di genere e non degli anni migliori(tanto da avere negli ottanta vinto pure un'Orso d'oro a Berlino con "L' Alveare", che la stragrande maggioranza dei registi nostrani di western, mai avrebbe potuto ambire a vincere), aveva dunque forse altre ambizioni e prestava maggiormente cura alle atmosfere e al disegno psicologico dei suoi personaggi, intesi come tali pure gelementi naturali, nel deserto dell'Andalusia come nelle sue verdeggianti dimore-foreste o le costiere rocciose e a dirupo, che soprattutto alle torture sadomasochistiche e trucidezze varie assortite, dello spaghetti-western pre- Colizzi e Clucher/Barboni.
Bella e di una certa suggestione ma non eccezionale, la colonna sonora del Maestro Augusto Martelli; la Buccella molto pittata e come sempre fisicata, sensuale, è presente in quota Fair Film-Mario Cecchi Gori co-produzione italiana, in quanto la donna di Vittorino.
La sequenza amorosa tra ella e Girotti fra le dune sulla spiaggia, con inserti di montaggio in flash forward alla Arcalli, è di una eleganza e sensibilità rare.
Rey pur in un ruolo che sembrerebbe per lui routinario e fatto prima e dopo tante, forse troppe volte, di ricco fazendero spietato ma non per i propri figli e che non vuole in alcun modo cedere un millimetro dei propri privilegi e interessi ai campesinos sfruttati oltre ogni dire, offre una interpretazione di classe e mestiere, pochi mesi prima di fare Charrièr.
Tra gli operatori di macchina c'è pure in quota italiana Roberto D'Ettorre Piazzoli. Mica seghe.
John Nada
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