Regia di Franco Prosperi, Eldar Ryazanov vedi scheda film
Un'anziana russa sta morendo in un ospedale romano sovraffollato. Al suo capezzale ci sono pazienti sconosciuti, medici, infermieri e l'unica sua parente: la nipote Olga. Le ultime parole della donna riguardano un tesoro sepolto in Russia sotto a un leone; i presenti, fingendo di non aver sentito, si dirigono tutti separatamente all'aeroporto. Si ritroveranno, ovviamente, sul primo volo per Mosca; e si daranno battaglia per ritrovare il misterioso bottino.
Si respira fortemente l'aria de Le 12 sedie, il romanzo russo da cui era stato tratto Una su 13 (Luciano Lucignani e Nicola Gessner, 1969), in questa sgangherata pellicola frutto di una coproduzione fra Italia e Russia. Ed è proprio l'ambientazione in terra moscovita che suggerisce l'accostamento tra le due trame, oltre naturalmente alla caccia al tesoro basata su pochi e vaghi indizi che costituisce il perno centrale di entrambe. La doppia bandiera produttiva comporta in questo caso anche una duplice firma in regia: Eldar Rjazanov viene affiancato perciò da Franco Prosperi, così come nel cast vediamo una serie di interpreti nostrani (Tano Cimarosa, Alighiero Noschese, Ninetto Davoli, Antonia Santilli e Gigi Ballista sono i principali) mescolati con qualche inserto di matrice russa (Andrej Mironov ed Evgenij Evstigneev i due più importanti). Una matta, matta, matta corsa in Russia è una commedia on the road movimentata e ricca di azione, di stunt, di sorprese – per quanto non molte risultino azzeccate o perlomeno originali; c'è anche un leone ammaestrato che ruba la scena agli attori umani nel finale, e non possono mancare le classiche gag demenziali o barzellettistiche che imperversavano nel nostro cinema 'leggero' all'epoca. La sceneggiatura è del resto un parto di Castellano & Pipolo, ma anche del regista Rjazanov e di Emil Braginsky: cento minuti che scorrono rapidi nel segno di un umorismo facilotto, ma sufficientemente ben disposto sulla scena. 3,5/10.
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