Regia di Stefano Calvagna vedi scheda film
Gioiello del cinema veramente indipendente.
La storia: Un sicario solitario, dal presente fatto di routine ed un futuro tristemente incerto. Ottima l'idea di descrivere un protagonista così ricco di sentimenti (pur essendo capace di crimini spietati, seppur tutti nei confronti di membri di una disordinata malavita romana), che sviscererà sempre di più durante lo sviluppo del film, e di contro così volutamente povero di beni materiali. Ha un lavoro di copertura e vive in un appartamento vuoto ed impersonale se non fosse per poche stampe appese ai muri. Stefano Calvagna ha avuto le giuste intuizioni nel descrivere la desolazione di un uomo dalle radici recise da una storia familiare traumatica, tenuta in vita solo da un'amata madre ormai malata. Un uomo che, nonostante tutto, sceglie di dedicarsi totalmente all'amore, una volta trovato, per redimersi e fuggire dalla vita ormai buia alla quale solo una giovane e timida ragazza cinese ha dato un po' di luce.
La tecnica: Conosco poco Calvagna, ma da quello che ho saputo di questo film, resto assolutamente colpito dal potere che la produzione ha avuto nel gestire e creare un prodotto così incredibilmente forte e credibile nonostante il piccolissimo budget. A dimostrazione del fatto che per fare un buon film d'azione non servono le bombe e gli effetti mirabolanti della scuola hollywoodiana, bensì una storia che rapisce e ferisce (scritta con la maestria di chi sa descrivere la realtà mantenendo il ritmo incalzante anche nei momenti in cui si descrive la monotonia di una vita solitaria), bella musica e fotografia, un'idea vincente come quella delle riprese aeree.
questa è n'perazione forte che deve avere più visibilità e fare scuola ai cineasti veramente indipendenti. appausi!
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