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Ustica

Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film

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La recensione su Ustica

di Furetto60
6 stelle

La tragedia di Ustica, secondo la tesi di Martinelli

Un aereo DC9 della compagnia Itavia, il 27 giugno del 1980,scompare dagli schermi dei radar di controllo e precipita nel Mediterraneo tra le isole di Ponza e di Ustica. Le vittime sono 81. Tra di esse c'è la piccola figlia della giornalista Roberta Bellodi,la quale a seguito dell’incidente subisce un tale choc da rimanere inebetita per giorni ad attendere sulla spiaggia l’impossibile ritorno della bambina. Un deputato, Corrado di Acquaformosa, nominato nella commissione parlamentare di inchiesta sull'accaduto, decide di non accettare tesi comode sull'incidente tipo quella del “cedimento strutturale” e della “bomba a bordo” molto in voga nei mesi immediatamente successivi al disastro. Al suo fianco si schiera l’elicotterista moglie Valja, che ritrova un Mig libico e un “testamento” del suo pilota, in un secondo momento sarà la stessa Bellodi, dopo aver ripreso le redini della sua vita ad affiancarlo nelle ricerche.A questo punto realtà e immaginazione si fondono per dare vita a questo film.Che il DC9 non fosse caduto da solo, lo si supponeva da tempo. Anche se non subito. Negli anni molte versioni sono state avanzate, da più parti,in mezzo a depistaggi, ritrattazioni, rivelazioni più o meno attendibili, tabulati radar cancellati, morti sospette (furono 16 nella realtà) di radaristi, militari, presunti testimoni scomodi,molti tra opinionisti e addetti ai lavori si sono cimentati nelle più fantasiose ricostruzioni. Ci fu chi vide, chi non vide e chi fece finta di non vedere Da allora se n’è occupato, anche il cinema, ovviamente, che ci torna su oggi con Renzo Martinelli dopo le felici esperienze di Marco Risi (Il muro di gomma,nel 1991, Romano Scavolini con “Ustica, una spina nel cuore,”nel 2001, La tesi di Martinelli,su cui ovviamente noi spettatori, non possiamo prendere razionale posizione, non avendo ovviamente la giusta ed esaustiva cognizione di causa,è che l’aereo dell’Itavia si sarebbe spaccato in volo a seguito dell’impatto fortuito con un caccia americano lanciato all’inseguimento di un Mig libico, che nel frattempo si era collocato sulla scia del DC9, facendosene scudo,poi precipitato sulla Sila dopo essere stato colpito, mentre il pilota, paracadutatosi fuori, troppo tardi non era riuscito a mettersi in salvo. il Mig libico, tampinato da jet americani e francesi, si trovava nei cieli d’Italia, in quanto, d’intesa con i nostri servizi segreti, solito fare manutenzione nella ex Jugoslavia, infilandosi, sotto la pancia di aerei di linea maltesi, evitando cosi il controllo radar americano. Il caso volle, sempre secondo Martinelli, che quel giorno l’aereo maltese fosse in ritardo, come pure il jet dell’Itavia,e il pilota libico solo tardivamente si sarebbe reso conto di essersi messo sulla scia dell’aereo sbagliato. Martinelli risponde agli scettici sulla sua teoria complottista, vantando una ricerca di cinquemila pagine, ricostruita dal giudice Priore e supportata da due ingegneri aeronautici, che hanno messo al vaglio, migliaia di documenti relativi a perizie e testimonianze. Come già detto,noi non siamo in grado di giudicare questa ricostruzione dei fatti, peraltro non sappiamo nemmeno, se giuridicamente si sia arrivati alle sentenze definitive .Si può invece apprezzare nel regista, il lodevole sforzo di provare a comprendere un mistero, che da quasi quarant’anni, affligge le coscienze di tutte le persone moralmente sane, che hanno sempre avuto a cuore “la verità”. Intendiamoci, il risultato artistico è deficitario e non adeguato ai suoi buoni proponimenti, il doppiaggio per esempio è decisamente pessimo, la recitazione a tratti poco convincente, con un ritmo da fiction televisive. Caterina Murino interpreta con credibile intensità, la mamma-fotoreporter che perde la figlioletta sul DC9, per tutti gli altri una recitazione abbastanza scolastica, che non lascia il segno.Un buon cameo per Enrico LoVerso

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