Regia di Daniel Mann vedi scheda film
Derek Flint è un agente segreto americano che è specializzato in quasi tutto: sa lottare sfoggiando arti marziali, ha uno charme considerevole su donne di ogni etnia, ha un accendino che all'occorrenza può aiutarlo in ogni frangente, e soprattutto, sa come cavarsela di fronte ad ogni pericolo. Uscito a ruota dopo i primi successi di James Bond, "Il nostro agente Flint" ricalca, in chiave di parodia, il superomismo della spia creata su pagina da Ian Fleming, e divenuta mito al cinema con il volto, inizialmente, di Sean Connery. Flint ha un capo che ne detesta l'assoluta efficienza, donne che spasimano per lui e accettano placidamente di essere sue e condividerlo con altre, un'organizzazione criminale contro, che vorrebbe creare un mondo migliore e più sicuro a livello di clima, ma in nome del libero arbitrio il superspione ne distruggerà base e schemi. Interpretato con la giusta dose di ironia e atleticità da un James Coburn con piglio da simpatica canaglia, il film risulta spesso divertente, fino almeno a quando non si prende troppo sul serio, e si fa ripetitivo, con scontri e prodezze che non lo distinguono granchè dai momenti meno riusciti della serie di 007, quelli in cui l'azione a tutti i costi fa perdere interesse allo spettatore. Ha avuto due seguiti, ed è un peccato che non sia tutta la pellicola all'altezza dei primi due terzi, perchè avrebbe potuto rappresentare una satira arguta e avanti sui tempi.
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