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Troppo napoletano

Regia di Gianluca Ansanelli vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Troppo napoletano

di Paul Hackett
6 stelle

Figlio naturale di un famoso cantante neomelodico prematuramente scomparso, che lo ha iscritto in una scuola elementare di Posillipo frequentata da "chiattilli", ossia rampolli della Napoli bene, lo scugnizzo Ciro trascura lo studio, preferendo dedicarsi alle imprese di conquistare la graziosa compagna Ludovica e di trovare un fidanzato per la bellissima madre Debora. A dargli una mano su entrambi i fronti, tornerà utile il giovane e imbranato psicologo Tommaso.

 

Sospeso tra Così Parlò Bellavista, Io Speriamo che me la Cavo, Song e' Napule e la comicità (si fa per dire) di Alessandro Siani (che qui, non a caso, coproduce), una frizzante e spensierata commedia romantica in salsa partenopea, che attinge in maniera fin troppo oleografica allo sterminato repertorio dei luoghi comuni sulla napoletanità, ma che strappa sovente il sorriso e soprattutto conquista con la fresca e luminosa bellezza della splendida protagonista Serena Rossi, che ruba sistematicamente la scena a chiunque si trovi nella stessa inquadratura (comunque onesto il cast di contorno) e che, come si suol dire, già da sola vale il prezzo del biglietto. Leggero, superficiale e senza tante pretese, dialogato prevalentemente in dialetto e, per questo motivo, probabilmente ostico per chi non abbia dimestichezza con il napoletano, il secondo film di Gianluca Ansanelli intrattiene piacevolmente senza mai prendersi troppo sul serio e meritando la possibilità di una visione scevra da preconcetti.

 

Solare: 6/10.

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