Commedia leggerissima, di puro intrattenimento.Ottima la prova del cast, soprattutto dei caratteristi,assolutamente straordinari
Ci troviamo, guarda un po’, nella città di Napoli, "location" abituale ormai per qualsiasi racconto cinematografico, dove Debora, alias la stupenda Serena Rossi, è rimasta vedova dopo che il marito, un cantante neomelodico di successo, è deceduto, lanciandosi dal palco, durante una sciagurata “stage diving”. Ciro è il figlio rimasto orfano, che frequenta il primo anno di scuola media e prende una cotta per Ludovica Mancini, una nuova compagna di classe, che viene da Posillipo. La bella Debora è preoccupata per il brutto periodo che sta attraversando il paffuto bambino, che rifiuta perfino il ragù domenicale, cioè il suo piatto preferito, cosi si rivolge a uno psicologo, Tommaso alias Gigi, del famoso duo comico, un giovane molto gentile e affettuoso, anche se timido e impacciato, che non appena si ritrova davanti ai propri occhi Debora, se ne innamora immediatamente e perdutamente, come non capirlo. Tommaso prende a cuore il caso di Ciro, scoprendo che il ragazzino, più che elaborare il lutto per il padre morto, sta in realtà vivendo una vera e propria crisi sentimentale, poiché la sua coetanea Ludovica, non ricambia le sue attenzioni. Con il passare dei giorni e soprattutto con le sedute, tra lo psicologo e il pingue ragazzino, s’instaura una forte amicizia e poi una sorta di complicità, Tommaso aiuterà Ciro a conquistare la piccola Ludovica, mentre il ragazzino aiuterà lo psicologo a conquistare il cuore di sua madre e ad allontanarla dall'altro spasimante,il papà di Luodovica, “Ross," che è un tipo antipatico e con la puzza sotto il naso. La storia si sviluppa come prevedibile, ricca di sketch e siparietti leggeri ma divertenti. Una pellicola che nelle svolte narrative, non è molto originale, percorrendo strade già battute da molti altri titoli di genere, ma che comunque riesce ad intrattenere piacevolmente“ Come ci spiega bene Ciro, in una sua esilarante spiegazione: “”. “C’è Napoli e poi c’è Napoli Napoli.” C’è la Napoli bene di Posillipo con il palazzo Donn’Anna che si affaccia sulla splendida riviera e c’è quella precaria del rione Sanità coi vicoli e la chiesa di Santa Maria, Così come c’è il napoletano e il troppo napoletano. Non bisogna andare al nord per trovare le differenze col sud. Basta spostarsi da un quartiere all’altro della città che tutto cambia. Il regista Gianluca Ansanelli si sofferma sulle bellezze paesaggistiche, sul centro storico e soprattutto sull’atmosfera gioviale e familiare, che si respira in ogni via, diceva De Crescenzo i napoletani sono un popolo d’amore, a cui piace stare tutti insieme e stretti l’un l’altro, persone cordiali, fantasiose e di buon cuore. Il cast è perfetto, scelto accuratamente, ci sono grandi caratteristi come la compianta Loredana Simioli , Giovanni Esposito, Salvatore Misticone, Nunzia Schiano, completamente a loro agio, che ci accompagnano in questo viaggio, quasi sospeso tra un sorriso e uno spasimo sentimentale, che veicola il classico messaggio, dell’autostima da ricercare in se stessi, che consente di aprire qualsiasi porta e qualsiasi cuore. Napoli è sempre protagonista, come diceva qualcuno, è un teatro a cielo aperto e tutti sono magari anche inconsapevolmente attori. L’ambientazione porta con sé un fascino unico e riesce puntualmente a trasmettere allegria e ottimismo. Le musiche di “ Troppo Napoletano”completano il quadro, Serena Rossi contribuisce di persona a valorizzare quest’aspetto del film, con alcuni gradevoli spezzoni musicali e una performance canora di spicco. Non manca il lieto fine, come di prassi, che trasforma la storia in una sorta di favola moderna, alla produzione troviamo Alessandro Siani. Il duo comico Gigi e Ross, dal cabaret al cinema, pur non bucando lo schermo, si attesta su una prestazione attoriale accettabile. Naturalmente non c’è niente di memorabile, ma la commedia è scorrevole
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