Regia di Francesco Bruni vedi scheda film
...l'amicizia con un signore fuori dal tempo cambia la vita di quattro giovani coatti...
In questo film due mondi lontani anni luce e con nessun punto di contatto, nemmeno comunicativo, si incontrano.
Il primo mondo è Alessandro, un ragazzo di ventidue anni che passa le giornate al bar con altri tre amici. Tutti completamente sfaccendati e del tutto sprofondati in questa situazione. Alessandro ha perso la mamma da bambino e vive malamente con il padre che ha una compagna dell’est. La convivenza è difficile, rapporti conflittuali tra padre e figlio e ancor di più con la compagna del padre.
L’altro mondi è Giorgio è tranquillo signore di 85 anni, un poeta famoso, dalla testa ormai svanita che vive solo in una grande casa e al piano di sopra abita una signora che si occupa di lui.
Alessandro deve lavorare, glielo impone il padre visto che non vuole andare con lui a lavorare al mercato, e trova, anzi gli trovano, un lavoro come accompagnatore per passeggiate pomeridiane di Giorgio. Tra i due, con il passare dei pomeriggi, sorge una sintonia reciproca e Alessandro ci sa fare con Giorgio che spesso si perde in ricordi frammentari o incomprensibili.
Anche i tre amici di Alessandro, incuriositi dalla sua scomparsa, si piazzeranno interi pomeriggi a casa di Giorgio a giocare alla playstation o a carte. Giorgio gradisce la compagnia di questi giovani e si scopre che è un ottimo giocatore e conosce tutto del calcio dei suoi tempi.
La storia si complica perché, di nascosto da tutti. Alessandro capisce che Giorgio ha un tesoro nascosto in un posto lungo la linea gotica e tutti lo andranno a cercare. Ovviamente Giorgio non capisce nulla di quello che fanno ma gli piace e la prende come una gita nei luoghi della sua infanzia.
Troveranno quello che cercano ma non è un tesoro, ma lo era per Giorgio. Il finale giunge subito dopo al ritorno a casa.
E’ un film ben fatto soprattutto nella contrapposizione del mondo di Alessandro e i suoi amici, tra il coatto e il borgataro, e Giorgio, un poeta e un gentiluomo d’altri tempi e che è un uomo che ha vissuto intensamente. Non è un film dalla morale appiccicosa, non si sente un giudizio negativo sulla vita inconsistente e persa dei quattro giovani, piuttosto mi sembra di capire la situazione di totale abbandono dei giovani a sé stessi in una grande e incasinata città come Roma. Sarà Giorgio ad essere l’inconsapevole strumento, quasi maieutico, della crescita di tutti e quattro i giovani che alla fine non saranno più coatti/borgatari ma persone che fanno e cercano di realizzare un progetto di vita. Grande l’interpretazione di Giuliano Montaldo, che non avevo mai visto nelle vesti di attore, un vero gentiluomo d’altri tempi nel ruolo di Giorgio.
Nulla da dire sulla bravura dei quattro giovani interpreti. Un buon film che consiglio di non perdere.
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