Regia di Marco Segato vedi scheda film
Ambientato tra i monti del Veneto negli anni '50, questo film racconta la storia di un uomo che scommette con il proprio datore di lavoro, che non perde occasione per umiliarlo, un anno di salario contro una grossa somma per l'uccisione di un pericoloso orso che fa strage di bestiame. Il protagonista, Sieff, e' un uomo ombroso e trattato da reietto dai compaesani, del quale, all'inizio della narrazione non e' raccontato molto, se non che ha passato lunghi anni in carcere. Dopo essersi allontanato per la caccia, sulle tracce di Sieff si pone il figlio quattordicenne. Il viaggio del figlio non nasce esclusivamente dalla volonta' di aiutare al padre, dal quale e' a volte maltrattato, ma anche per avvicinarsi a quest'ultimo; appurare i segreti della propria famiglia; ottenere una sorta di riconoscimento che attesti il proprio essere diventato un giovane adulto. Alcuni incontri svelano dettagli sul passato del giovane, e, ritrovato il padre, i due proseguono la caccia insieme. L'epilogo vede l'orso soccombere all'azione combinata di padre e figlio - di nuovo una vera "famiglia" - anche se Sieff non sopravvive alla lotta. Il giovane superstite, riscattato l'onore della famiglia, tratta da pari a pari con l'ex-datore di lavoro del padre per ricevere la somma ogetto della scommessa ed ottiene il rispetto della comunità. Sfondo a questa vicenda familiare, è un ambiente ostile. Una montagna ancora vergine - con le sue asperità, i temporali improvvisi, le sue creature in costante lotta per la sopravvivenza - ospita e tempra un'umananità laboriosa ma schiva, poco avvezza al sentimento, proprio ed altrui. Le ricostruzioni di ambienti e società mostrano - realisticamente - case povere ed essenziali, una costante cura degli animali e delle altre attività economiche fonte di benessere, il perpetuarsi di riti ancestrali, il consumo di alcoolici quale forma di consolazione non solo per la mente ma anche per il fisico: lo spaccato di un'Italia ancora lontana dal benessere contemporaneo e in cui le stesse attività agropastorali non consentono altro che la mera sopravvivenza. I due protagonisti recitano bene. Il loro dialogo si limita all'essenziale; si esprimo anche tramite silenzi, sguardi, gestualità. Un buon film drammatico, dal finale non scontato; una doppia narrazione che procede parallela, raccontando tanto della quotidiana lotta per la sopravvivenza di un intero contesto sociale e naturale, quanto di sentimenti ed emozioni di due persone che finiscono per riscoprirsi una vera famiglia.
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