Negli anni Cinquanta, l'introverso e selvatico Domenico vive in un piccolo paese nelle Dolomiti con il padre Pietro, cinquantenne consumato dalla solitudine e dal vino che per vivere fa lavori saltuari alle dipendenze di Toni Crepaz, impresario senza scrupoli. Il rapporto del ragazzino con il genitore è aspro e difficile tanto da farli sembrare due estranei. Da qualche tempo la tranquillità del posto è messa a dura prova dalla presenza nella valle di un orso feroce che uccide e incute un terrore superstizioso. Una sera all'osteria, in uno scatto d’orgoglio, Pietro sfida Crepaz e dichiara che sarà lui ad ammazzare l'orso in cambio di denaro. Il giorno seguente, all'alba, Pietro s'incammina e Domenico decide di seguirlo. Si immergono così nei boschi, sempre più a fondo, fino a esserne inevitabilmente trasformati.
Un bel film e non solo per gli splendidi paesaggio montani. Una storia interessante anche se drammatica. Non un capolavoro, ma del tutto dignitoso. 7,5
Vita di Montagna difficile da reggere e Storia amaramente (visto il finale ...) triste e per nulla invitante alla visione causa estrema lentezza tra l'altro ! voto.1.
Opera prima dopo la lunga pratica da documentarista (L’uomo che amava il cinema, Ora si ferma il vento, Via Anelli, Ci resta il nome), è nata da una lettura, il libro di Matteo Righetto, ed è cresciuta in un lavoro di squadra intenso, faticoso, emozionante e, perché no, spesso divertente. E soprattutto da un amore, quello per le Dolomiti...
Primizie TriVenete (esordi del Nord-Est) : Antonio Padovan (1986) - "Finché c'è Prosecco c'è Speranza" (2017) -- Matteo Oleotto (1977) - "Zoran, il Mio Nipote Scemo" (2013) -- Marco Segato (1973) - "la Pelle dell'Orso" (2016). Reduci, fuoriusciti, cavatori e caporali di montagna (la Val di Zoldo, col Maè affluente di destra del Piave (Longarone, Erto e Casso - e… leggi tutto
Esordio nel cinema di finzione del documentarista Segato, già aiuto regista di Mazzacurati, a cui è dedicato il film. Da Carlo prende i luoghi, le facce, quel Veneto dolomitico fatto di piccole comunità e antiche tradizioni. E' molto bravo, Segato, a far respirare quelle montagne, quella natura fortissima, tanto che la montagna si prende il ruolo di vera protagonista,… leggi tutto
“Cintura nera di come si schiva la vita”, Michele Rech in arte ZeroCalcare, classe 1983 from Arezzo, Francia e Ponte Mammolo, compie con questo “Quando Muori Resta a Me”, facente parte del suo…
Un film da stupendi panorami con una storia sotto certi aspetti accattivante recitato in un dialetto per lo più comprensibile non necessitante di sottotitoli come certi film ambientati in Campania e Sicilia. La storia non risulta accattivante ma scorre abbastanza piacevolmente e anche se i ritmi, spesso, sono lenti non annoia. La storia è abbastanza semplice ma alquanto inedita…
il film a parer mio sconta lo stesso problema del libro: la banalità della storia. sull'onda di mauro corona (vero innovatore nel genere, con il volo della martora, uscito negli anni '90) abbiamo avuto i vari cognetti e ora righetto. l'ambiente montano, severo, implacabile, austero è sicuramente un humus ottimo per trarre storie di introspezione e di riflessione. e ci sarebbero…
Primizie TriVenete (esordi del Nord-Est) : Antonio Padovan (1986) - "Finché c'è Prosecco c'è Speranza" (2017) -- Matteo Oleotto (1977) - "Zoran, il Mio Nipote Scemo" (2013) -- Marco Segato (1973) - "la Pelle dell'Orso" (2016). Reduci, fuoriusciti, cavatori e caporali di montagna (la Val di Zoldo, col Maè affluente di destra del Piave (Longarone, Erto e Casso - e…
Evitato quando non schernito dai suoi compaesani, Pietro - uomo rude e attaccabrighe - si propone di andare a catturare l'orso che da mesi terrorizza le valli uccidendo gli animali al pascolo o perfino dentro le stalle dei contadini. Il patto-scommessa è tanto scellerato che la posta in palio è altissima: un anno di lavoro "a gratis", se non dovesse riuscire, contro un anno di…
Va detto che l’omonimo romanzo di Matteo Righetto (Guanda, 2013) non è gran cosa. Scrittura elementare, un immaginario abbozzato, una modulazione narrativa inefficace. Mentre il film di Marco Segato è tutta un’altra cosa. Prende l’ossatura del romanzo e la rimpolpa con immagini evocative, personaggi emblematici, iconici, maschere di un tempo e di un luogo che da…
Ambientato tra i monti del Veneto negli anni '50, questo film racconta la storia di un uomo che scommette con il proprio datore di lavoro, che non perde occasione per umiliarlo, un anno di salario contro una grossa somma per l'uccisione di un pericoloso orso che fa strage di bestiame. Il protagonista, Sieff, e' un uomo ombroso e trattato da reietto dai compaesani, del quale, all'inizio della…
Malgrado la bellissima fotografia naturale e il cast di attori di mestiere come Paolini, rimane la sensazione di un'occasione mancata perché la storia di Sief,padre di Domenico, avrebbe meritato uno scavo ulteriore..mi è venuta la curiosità di leggere il romanzo per "completare"la dimensione dei personaggi. Lo avrei strutturato con dei flashback o quantomeno come un…
Esordio nel cinema di finzione del documentarista Segato, già aiuto regista di Mazzacurati, a cui è dedicato il film. Da Carlo prende i luoghi, le facce, quel Veneto dolomitico fatto di piccole comunità e antiche tradizioni. E' molto bravo, Segato, a far respirare quelle montagne, quella natura fortissima, tanto che la montagna si prende il ruolo di vera protagonista,…
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Commenti (4) vedi tutti
Un bel film e non solo per gli splendidi paesaggio montani. Una storia interessante anche se drammatica. Non un capolavoro, ma del tutto dignitoso. 7,5
commento di BradyVita di Montagna difficile da reggere e Storia amaramente (visto il finale ...) triste e per nulla invitante alla visione causa estrema lentezza tra l'altro ! voto.1.
commento di chribio1Limpido, lineare, compatto. Radicato nel passato, chiuso sul presente, aperto al futuro.
leggi la recensione completa di mckOpera prima dopo la lunga pratica da documentarista (L’uomo che amava il cinema, Ora si ferma il vento, Via Anelli, Ci resta il nome), è nata da una lettura, il libro di Matteo Righetto, ed è cresciuta in un lavoro di squadra intenso, faticoso, emozionante e, perché no, spesso divertente. E soprattutto da un amore, quello per le Dolomiti...
leggi la recensione completa di yume