Regia di Adimaro Sala vedi scheda film
Un regista impegnato vuole girare un film sulla corruzione politica, ma trova ogni tipo di ostacolo sul suo cammino; oltre ai dubbi del produttore e alle bizze degli attori, arriva anche il suicidio – non del tutto inaspettato – di un amico.
Questo è l’ultimo dei quattro titoli diretti in poco meno di un decennio da Adimaro Sala; atipica la sua carriera, quanto il suo nome di battesimo: memorabili però entrambi nella loro particolarità. La notte dell’ultimo giorno ha tutte le carte in regola per essere un buon film d’autore, a parte una: il budget, che è evidentemente ristretto; per il resto non mancano le ambizioni artistiche ed estetiche, la scrittura ben definita (soggetto e sceneggiatura di Laura Toscano), la regia accorta, gli interpreti e i collaboratori tecnici di livello (fra questi ultimi una menzione speciale è più che meritata per Stelvio Cipriani, autore di un’efficacissima colonna sonora). È il classico caso del film-nel-film, del cinema che riflette su sé stesso e sulla vita in generale: l’ironia affiora nel dramma, la tragedia nella creazione. Sebbene i toni estremamente lirico-filosofici dei dialoghi spesso siano quanto di maggiormente inverosimile si possa pensare, la pellicola riesce a lasciare un segno e la durata contenuta a un’ora e venti minuti aiuta in tal senso; fra gli attori in scena si ritrovano mescolate notevoli ‘seconde linee’ e piccoli ruoli per nomi di risalto. Nello specifico: Tony Kendall, Marisa Malfatti, Enrico Maria Salerno, Corrado Pani, Fiorenzo Fiorentini, Erna Schurer e Franco Fabrizi. Sala veniva da una lunga gavetta fra ruoli produttivi e tecnici (truccatore soprattutto); purtroppo dopo questa pur interessante prova si perderanno le sue tracce nel cinema. 4,5/10.
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