Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
L'infallibile cineasta prende per mano i piccini e li accompagna in un sogno ad occhi aperti.
Anche nel suo passaggio dalla carta stampata – è uno dei libri più famosi di Roald Dahl – alle sale cinematografiche, Il GGG mantiene intatto il suo fascino sognante di novella per bambini. Convertendolo in un film, Steven Spielberg si rimette al medesimo senso dell'incanto che lo aveva guidato in E.T. e in A.I. (come il Grande Gigante Gentile afferra con calore Sofia e la introduce nel suo mondo, così l'infallibile cineasta prende per mano i piccini e li accompagna in un sogno ad occhi aperti), ma non alla stessa finezza intellettuale. Sfrutta con sapienza gli effetti speciali – la preparazione dell'incubo da somministrare alla Regina è meravigliosa, e non solo quella – ma rallenta forse all'eccesso il tempo del racconto, annacquandolo e slabbrandone le pause: ciò rende la pellicola particolarmente sonnacchiosa in più parti, e poco appassionante per chiunque non sia in periodo prescolare. Il pericolo è perciò che gli adulti si annoino, ma codesta elementarità di espressione, che accomuna, in un certo qual modo, Spielberg e Dahl, è in fondo la chiave corretta con cui entrare in punta di piedi nel cuore dei fanciulli. E lo stile fiabesco adottato è una cornice indubbiamente necessaria, benché Melissa Mathison tagliuzzi vari pezzi di trama. Mark Rylance, a un anno dall'Oscar, non perde caratura. Le fa compagnia la tenera Ruby Barnhill.
Si cala ottimamente nel clima la musica di John Williams.
Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
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