Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Sono ancora estasiato dalla visione di questo meraviglioso spettacolo che mi ha commosso ed entusiasmato. Tra i film delle Feste personalmente lo collocherei solo dopo il capolavoro (uno dei) di Tim Burton "Miss Peregrine". Spielberg si conferma superbo narratore di fiabe, incantatore di bambini di ogni età e secondo a nessuno in fatto di racconti avventurosi narrati col consueto piglio visionario e favolistico. Una sublime vicenda d'amicizia, di solitudine, di riscatto, di prepotenza sconfitta, il tutto raccontato con uno spirito semplice e talmente puro da far subito allontanare (almeno per me, ma immagino qualcuno non sia d'accordo) ogni sospetto di buonismo. Parlavo di semplicità e a testimonianza ecco sintetizzata la storia. Una bambina che si trova in un tristissimo orfanotrofio, in una notte spesa tra insonnia e malinconia, vede dalla sua finsetra aggirarsi nell' oscurità di una Londra colorata di tinte decisamente dickensiane, un gigante il quale -accortosi d'esser stato avvistato, rapisce la ragzzina e la porta con sè nella sua casa-rifugio collocata in un "Paese dei Giganti", dove pare sia rimasto il solo gigante non malvagio e prepotente (e per questo ha vita molto difficile nei rapporti coi suoi "colleghi"). Tra i due (è un classico al cinema) all'inizio son solo battibecchi ma pian piano la situazione s'ammorbidisce e insieme i due stringono un patto non scritto ma maturato dall'esperienza, accomunati inconsapevolmente (oltre alla condizione di orfani) di cercare entrambi un riscatto ad una esistenza triste e dolente. E' una favola, dunque non è spoilerare dire che alla fine tutte le avversità vengono superate ed è il Bene a vincere. Il film, che dovrebbe teoricamente scontare la mancanza di originalità (è una fiaba ordinaria tutto sommato) risulta invece appassionante, perchè raccontato attraverso soluzioni d'immagine (scenografie, effettti speciali, costumi, volti e corpi animati in capture motion) che fanno gustare allo spettatore (lo ripeto: di ogni età) un piatto prelibatissimo. Ma non si deve pensare ad una fiaba strappalacrime, perchè la storia è costellata di divagazioni umoristiche ma rappresentate con una leggerezza divertita e divertente che acchiappa in pieno il consenso del pubblico. E il bello -a testimonianza dell'efficacia di una regia e di una sceneggiatura azzeccatissime- che di fronte ad una fiaba ancorchè -ripeto- ordinaria, nessuno si sente in colpa o avverte vergogna nel seguire con emozione una storia che racconta in fondo il Bene che trionfa sul Male. Lo sguardo di Sophie, i suoi occhi di bambina, sono poi gli stessi occhi di Spielberg, anche lui che filma incantato di fronte alle Meraviglie dell'Immaginazione. Va da sè che ognuno potrà collegare ed associare la "testona" del gigante con i misteri di ET e degli Incontri Ravvicinati. Siamo sempre da quelle parti. Spielberg è rimasto il ragazzoo curioso che era, ancorchè Maestro di Grande Cinema. Un cinema che -in questo caso- qualcuno ha detto contenere elementi che traggono ispirazione da Quarto Potere ad Alice nel paese delle Meraviglie. Importante la divisione in un triplice sfondo: la Londra notturna dickensiana, la dimora della Regina d'Inghilterra ma soprattutto un suggestivo scenario esterno tra valli, rocce, monti ed acque. Fondamentale ricordare l'autore del progetto letterario, il celeberrimo scrittore Roald Dahl, che peraltro aveva già ispirato altri due Maestri come Wes Anderson e Tim Burton, ma anche lo stesso Spielberg che di Dahl aveva prodotto i famosi "Gremlins". E indovinate a chi appartiene la sceneggiatura, ma a quella stessa Melissa Mathison che aveva scritto ET, vedete come tutto torna. Quanto al cast, prima di tutto va omaggiato Mark Rylance (il gigante, filmato in motion capture) e la piccola spigliatissima Ruby Barnhill, ma infine non posso fare a meno di segnalare -pur in una parte piuttosto ridotta- la mia adorata bellissima Rebecca Hall. Un cinema di Sogni e di Illusioni, un Grande Cinema.
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