Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Lo schifosogno: quello che dice cosa hai fatto e .. non perdona!
Sofia è una bimba insonne che alle 3 di notte perlustra ancora le grandi stanze dell'Orfanatrofio in cui è ospitata; una volta si accorge quindi del Gigante che fra le strade di Londra girovaga, cercando di mimetizzarsi fra le case.
Il Gigante non può fare altro che rapirla per custodire il suo segreto. Ma ciò affascinerà presto la ragazzina che scoprirà un mondo nuovo, ma soprattutto si identificherà nella emarginata solitudine del suo rapitore, nano fra giganti molto più grossi di lui, vegetariano fra cannibali feroci e dedito a un mestiere così etereo e delicato che sembra pura poesia....
Spielberg si rimette in pista tentando di ricostruire un intreccio paragonabile al memorabile ET, che ha segnato gli anni '80 e l'immaginario collettivo (oltre che più volte citato nel film stesso).
Peccato però che - nonostante la storia sia tratta da un libro di Dahl di quegli anni e i riferimenti contestuali siano quelli (la Regina Elisabetta che chiama la Casa Bianca: "Nancy, c'è Ronnie?... beh, sveglialo!") - siano passati nel frattempo i 30 anni in cui la storia ha corso più veloce di sempre. E gli spettatori non siano più gli stessi: o meglio gli spettatori possono essere gli stessi, ma non la loro sensibilità (parlo almeno per me!).
Forse non sono io il target dell'opera (in termini di pubblico), ma ho trovato il film per gran parte noioso, con una incapacità di creare pathos nel senso più genuino del termine, nonostante la bella "apparecchiata" in termini scenografici e di impegno attoriale.
Il momento più magico, lo riconosco, è la visione della "terra dei sogni", che però evoca il ricordo inflazionato delle tante scene-Disney sfornate dalla Major di Topolino, che ormai non produce più un'opera ogni 7 anni come agli esordi, ma almeno 2-3 all'anno.
Ma la carenza maggiore è proprio nella mancanza del dramma: vedi la storia della giacca appartenuta forse ad un altro bimbo che per qualche tempo visse col Gigante, che viene buttata lì e spenta senza alcun fervore.
Non basta l'identificazione fra due solitudini sottoposte alle intemperie del mondo esterno (GGG fra le angherie degli altri giganti ignoranti e carnivori; Sofia fra le punizioni eccessive degli educatori dell'Orfanatrofio) o anche la tematica della diversità usata come bandiera di una integrità morale che non si piega.
Non mi è scattato quel qualcosa che mi desse il ben riconoscibile crampo allo stomaco, con cui comprendo se il film mi ha colpito o no.
E poi il peto della Regina.... ma dai!...
Ma - ripeto - può darsi che il problema fosse solo mio, visto che in sala ho sentito diverse voci entusiastiche....
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